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Romuald Andrzej Klos - attore

Intervista

Nel 2003, in attesa di The Passion, lo vedremo in De reditu (Il ritorno) pellicola dal taglio filologico

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di Federico Greco e Miriam Tola

Con il suo viso scarno e gli occhi spiritati, Romuald Klos ha conquistato Mel Gibson che lo ha voluto nell'inquietante ruolo del Flagellatore in The Passion, il kolossal girato proprio in questi giorni a Cinecittà.
Per l'attore polacco, che non perde occasione per dichiarare la sua fede, è una performance dal valore particolare in attesa che qualcuno gli offra la parte da protagonista tanto agognata: quella di Gesù Cristo.
46enne, scoperto da Peter Del Monte (La ballata del lavavetri) e adottato dall'Italia, nel 2000 l'ex architetto convertito al cinema è stato l'abate cieco in I cavalieri che fecero l'impresa di Pupi Avati per poi recitare in Il sole negli occhi di Andrea Porporati e L'inverno di Nina Di Majo.
Nel 2003, in attesa di The Passion, lo vedremo in De reditu (Il ritorno) pellicola dal taglio filologico in cui Claudio Bondì mette in scena il viaggio del patrizio pagano Rutilio sullo sfondo del declino dell'Impero Romano, e in Radio West (FM. 97), l'opera prima di Alessandro Valori interpretata dal Pier Giorgio Bellocchio.

L'arrivo in Italia coincide con l'inizio della tua carriera cinematografica…
"Si. Negli anni Ottanta trascorsi un periodo in Italia e cominciai a recitare in ruoli minori ma in film piuttosto importanti tra cui Francesco di Liliana Cavani. Poi partii per il Canada dove viveva la mia famiglia. Così il vero esordio arrivò solo qualche anno dopo con La ballata del lavavetri di Peter Del Monte. Lui mi scoprì per caso in una discoteca e sul set la troupe mi offrì sostegno e incoraggiamento: apprezzavano la mia spontaneità, il più grande segreto per un attore. Il cinema è un'arte, un talento innato, un dono di Dio. E' anche il mezzo con cui esprimo la mia fede e porto il messaggio del Signore, che 7 anni fa mi ha miracolato, ad un pubblico molto vasto".

Il casting per The Passion era affollatissimo. Come hai fatto a convincere Mel Gibson?
"Ho saputo dei provini da Deodato, il mio agente. Mi sono presentato senza appuntamento, ma ero l'ultimo della fila e temevo di non riuscire ad incontrare Gibson. Così mi sono messo a pregare in ginocchio, lì davanti a tutti. Sono stato esaudito. Mel Gibson ha perfino detto che somiglio a John Malkovich".

Parlaci dei tuoi ruoli in De Reditu (Il ritorno) e Radio West (FM. 97).
"Nel film di Claudio Bondì sono un uomo di mare rude e avido di denaro. Piloto la nave su cui viaggia Rutilio, il protagonista interpretato da Elia Schilton. Rispetto a lui, che vive in una sorta di mondo immaginario, sono molto più legato alla realtà, anche ai suoi aspetti venali. In Radio West (FM. 97) compaio nella prima scena: vesto i panni di un vecchio serbo che il protagonista, un soldato italiano impegnato in una missione umanitaria, cerca di convincere ad abbandonare la sua casa. Ma lui, spinto dalla disperazione, lo attacca all'improvviso".

Vedi novità nel cinema polacco?
"In Polonia non ci sono tanti registi emergenti ma il mercato si sta aprendo come dimostra il caso del Quo vadis di Jerzy Kawalerowicz: un film costato 18 milioni di dollari, cifra impensabile per il mio paese fino a qualche anno fa. Un fenomeno nuovo è anche quello degli attori che lavorano all'estero: oltre me in Italia è arrivata anche Kasia Smutniak, la giovane attrice di Radio West (FM. 97). Sono in crescita anche le cifre degli ingaggi: qualche anno fa, in un'agenzia per attori di Varsavia e mi hanno detto che lì avrei guadagnato il 70% di quanto guadagno in Italia. Un dato positivo".

Hai ricevuto offerte dalla Polonia?
"Si. Il regista Krzysztof Zanussi mi ha chiamato per il suo prossimo film. Ancora non conosco il copione ma so che tra i produttori dovrebbe esserci anche un italiano".

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