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USCITE Italia

Castellitto e Favino, cattivi a Narnia

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Icona del cinema d’autore italiano, amato anche in Francia (dove si appresta a girare il nuovo film di Jacques Rivette, che già lo volle protagonista di Va savoir), Sergio Castellitto si misura ad Hollywood col primo villain della sua carriera. Succede in Le cronache di Narnia: il principe Caspian di Andrew Adamson, secondo capitolo della saga fantasy tratta dai romanzi dell’inglese C.S. Lewis, il 14 agosto in Italia, distribuito in 700 copie da Walt Disney Studios Motion Pictures.

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Dopo la Strega Bianca interpretata da Tilda Swinton nel precedente Il leone, la strega, l’armadio, “per i cattivi stavolta cercavo attori latini”, spiega il regista, che dal prossimo episodio (forse l’ultimo, visti gli esiti non esaltanti al boxoffice d’oltreoceano) ha scelto di passare il testimone a Michael Apted.

Nel film, Castellitto è Lord Miraz, il malvagio zio di Caspian che – dopo aver bandito dal regno dei Telmarini il nipote, legittimo erede al trono – muove guerra ai mitici abitanti di Narnia, alleati del principe: centauri, gnomi, animali parlanti, guidati (come nel primo capitolo) dai quattro giovanissimi fratelli inglesi che dalla Londra bombardata della seconda guerra mondiale si trovano di nuovo catapultati in questo mondo magico.

“Mi sono ispirato a Shakespeare, in particolare al re Claudio dell’Amleto; e a Charles Laughton, il mio cattivo preferito sul grande schermo, un misto di spietatezza e ironia”, spiega l’attore, che recitando in inglese ha “cercato uno stile interpretativo diverso” e si è scoperto perfettamente a suo agio anche in un genere poco frequentato, almeno oggi, in Italia: “Film così qui da noi non si fanno, non soltanto per motivi economici. In America la fantasia è libera, democratica, mentre noi siamo schiavi dell’ideologia”.

Punto di vista condiviso dall’altro italiano del cast, Pierfrancesco Favino, che nel film è il generale Glozelle, luogotenente di Miraz: “L’unico esempio di fantasy in Italia resta Pinocchio. Il problema è che Hollywood racconta storie con una libertà che qui non abbiamo, così inseguiamo il pubblico finendo per fare sempre meno i film in cui crediamo davvero”, testimonia l’attore, forte dell’esperienza americana sui set di Una notte al museo e Angeli e Demoni.

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