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FESTIVAL Italia

Pudor di famiglia

di 

Con sottile ambiguità, Pudor [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
di Tristàn e David Ulloa si apre coi lemmi di un dizionario, mettendo subito al corrente lo spettatore delle due valenze della parola (e quindi del titolo): che in spagnolo sta per riserbo, ma anche per cattivo odore.

Tratto dal romanzo del peruviano Santiago Roncaglielo Alfaguare, e sceneggiato dal solo Tristàn, il film è un dramma corale sullo sfascio affettivo di una famiglia borghese. “Ci siamo imbattuti nel libro mentre stavamo pensando di raccontare l'incomunicabilità”, spiega David Ulloa al Festival del Cinema Europeo di Lecce, e abbiamo deciso di spostare l'azione da Lima al nord della Spagna”.

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Non è l'unica licenza: “Abbiamo smorzato il tono onirico, e l'ambiguità del finale, per entrare nell'intimità del nucleo familiare, spiando dal buco della serratura”. Ma il film, che inizia con una diagnosi che lascia appena sei mesi di vita al padre di famiglia (interpretato da Nancho Novo), non punta sul voyeurismo indiscreto: piuttosto, indaga dentro e fuori dalle mura domestiche il senso di morte che pervade tutti i personaggi.

Per i fratelli Ulloa, Pudor è il primo lungometraggio. Non che i due difettino di esperienza sul set: David è uno stimato regista televisivo, Tristàn ha interpretato titoli fortunati come Lucya y el sexo. Ha scelto di passare dietro la macchina da presa, perché – come ama ripetere – “un attore e un regista fanno lo stesso mestiere: raccontano storie”. Un'esperienza, la sua, che ha contribuito all'ottima prova del cast, dove spicca la prova di Elvira Minguez, premiata ai festival di Malaga e Karlovy Vary.

Uscito nei cinema spagnoli nell'aprile dell'anno scorso, Pudor è stato prodotto da Tesela P.C. e nei prossimi mesi sarà distribuito in Belgio e nei Paesi Bassi, ed è candidato a due premi Goya: per i migliori registi esordienti, e per la sceneggiatura non originale.

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