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FESTA DI ROMA Alice nella città

Seachd, atto d’amore per la tradizione gaelica

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“Làn fhìrinn na sgeòil”, la verità sta nel racconto. Ed è nel racconto, nella tradizione, nella storia che Aonghas, protagonista di Seachd - The Inaccessible Pinnacle [+leggi anche:
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, scoprirà la verità sulla sua famiglia. Opera prima del giovane regista scozzese Simon Miller presentata alla Festa internazionale di Roma nella sezione Alice nella città, Seachd è un film sull’importanza delle proprie radici e sulla capacità della narrazione, soprattutto orale, di arricchire le nostre vite.

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Il lungometraggio è interamente girato in gaelico e ha come protagonista il piccolo Padruig Morrison, presente alla prima romana in abiti tradizionali. Applaudito calorosamente dalla platea dei giovanissimi spettatori accorsi alla proiezione, Seachd narra la storia di Aonghas, la cui infanzia è costellata dai racconti incredibili del nonno (Angus Peter Campbell), tratti dal repertorio gaelico: amanti avvelenati, vendette sanguinose e picchi inaccessibili.

Un atto d’amore verso una tradizione che rischia di essere dimenticata: “Tenerla in vita è una lotta continua”, ha spiegato il produttore Christopher Young, “per questo abbiamo scelto di fare questo film con dei ragazzi, che parlano gaelico tutto il tempo e suonano gli strumenti tradizionali. La tradizione è nelle loro mani”.

Girato per intero sull’isola di Skye, al largo della costa occidentale della Scozia, il film mostra paesaggi mozzafiato. E il picco inaccessibile del titolo è stato scalato per davvero da attori e troupe: “Non potendoci permettere un elicottero, per ben quattro volte abbiamo intrapreso la salita di quattro ore verso la vetta per girare alcune scene, dividendoci la macchina da presa e gli altri attrezzi tra i vari zaini”, ha raccontato Simon Miller.

Produzione indipendente (Young Films), Seachd è stato infatti girato con un piccolo budget di 680.000 sterline ed è il primo lungometraggio in gaelico scozzese fatto appositamente per il cinema. “E’ stato un privilegio per me girare la prima opera in questa lingua, sconosciuta ai più ma parlata ancora da 60.000 persone nelle isole scozzesi”, ha concluso, emozionato, il regista.

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