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FESTIVAL Italia

Arcipelago, il trionfo delle opere prime

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La torbida relazione tra una donna matura e un ventenne. La disumanizzazione della guerra vista con gli occhi di un fotoreporter. Sono i temi dei cortometraggi vincitori alla 15ma edizione di Arcipelago - Festival Internazionale di Cortometraggi e Nuove Immagini conclusosi ieri sera a Roma, rispettivamente nella sezione ConCorto (concorso nazionale) e Onde corte (concorso internazionale). Ad aggiudicarsi il premio per il miglior cortometraggio nazionale è stato Il bambino di Carla dell'autrice tv Emanuela Rossi, asciutta opera prima che racconta del giovane e bellissimo Antonio e della cinquantenne Carla, che convivono nell'estrema periferia romana tra istinto di evasione di lui, alla rincorsa di un amore più adeguato alla sua età, e blocchi psicologici che finiscono per lasciare le cose come stanno. Ventotto minuti di buon cinema con atmosfere cupe e personaggi al limite del grottesco che richiamano i film di Matteo Garrone (L'imbalsamatore, Primo amore).

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Il meritatissimo premio per il miglior cortometraggio internazionale è andato a un'altra opera prima, The Last Dog in Rwanda dello svedese Jens Assur, uno dei più importanti fotoreporter scandinavi che per il suo debutto alla regia ha scelto di raccontare il genocidio dei Tutsi in Ruanda, con uno sguardo che, nonostante inevitabili scene macabre, mantiene una rigorosa compostezza. La giuria del festival ha poi proclamato miglior cortometraggio europeo Blood Sisters della danese Louise Friedberg, storia d'amicizia e sangue tra due bambine di 7 anni, mentre è ancora uno svedese a vincere il premio per il miglior cortometraggio in computer animation (sezione eMovie, concorso internazionale nuove immagini), Jonas Odell con Never Like the First Time!, quattro persone che raccontano la loro prima volta dando vita a quattro diversi stili d'animazione. Il titolo di miglior cortometraggio in digitale italiano se lo è aggiudicato Rampicante di Laura Guandalini/Ernesto Mandara/Chiara Porri, che descrive l'infelicità di una coppia fino a un assurdo delitto e l'imprevedibile vendetta.

Da segnalare anche il premio per il miglior documentario a Vita da Ines di Giulio De Leo/Sandro Carnino, vivace affresco della quotidianità di un'anziana signora che vive in un podere sull'Appennino con due vacche, una vitella, un cane, un gatto, 15 conigli, 8 galline e 7 pulcini, e il premio speciale della giuria a Fermata Pigneto di Ivano di Matteo, autore specializzato nell'immortalare realtà sociali spesso difficili e molto romane che qui racconta le diverse anime di un quartiere popolare della capitale in continua evoluzione.

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