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PRODUZIONE Italia

Raoul Bova debutta da produttore con Io, l'altro

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In puro stile Hollywood, che pur frequenta da qualche tempo, il bello del cinema italiano Raoul Bova si fa "imbruttire" dal trucco per segnare una svolta nella sua carriera. Sopracciglia spesse, faccia ispida, capelli crespi, il trentacinquenne attore torna sul grande schermo nella parte di un semplice e genuino pescatore siciliano in Io, l'altro, opera prima del tunisino Mohsen Melliti, in uscita il 18 maggio nelle sale italiane, distribuito da Twentieth Century Fox in 50 copie.

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Il film, che segna anche il debutto di Bova nella produzione con la Sanmarco Film, è la storia di due amici, Giuseppe (Raoul Bova) e il tunisino Yousef (Giovanni Martorana), che da più di dieci anni lavorano insieme su un peschereccio. L'eco degli attentati di Madrid li raggiunge mentre sono in mare per una battuta di pesca: uno dei ricercati si chiama proprio come il tunisino. All'inizio Giuseppe ci scherza su, ma pian piano il sospetto gli si insinua, ossessionandolo fino a scambiare le sembianze del Padre Pio affisso in cabina con quelle di Bin Laden e viceversa. Ne segue un confronto drammatico e violento tra i due.

Concepito come una tragedia greca, con tanto di unità di tempo (l'azione si svolge in 24 ore), di luogo (l'intero film è ambientato su un peschereccio al largo del canale di Sicilia) e di azione (il conflitto tra civiltà), Io, l'altro vuole denunciare un nervo scoperto della società odierna: il pregiudizio contro i musulmani. "Io stesso dopo l'11 settembre mi sono ritrovato ad avere pregiudizi", ha raccontato Bova alla presentazione del lungometraggio alla stampa, "e me ne sono vergognato. Questo film è contro la cultura del sospetto". "Un sospetto manipolato, una paura creata a tavolino", ha aggiunto l'infervorato regista Melliti, in vena di comizio antiamericanista.

Per Bova, produrre questo film ha rappresentato un salto di qualità: "Ho fatto quello che gli americani fanno normalmente: partecipano alla produzione dei film in cui credono", ha spiegato. "Non bisogna stare sul divano e aspettare i copioni, ma andarseli a cercare. Se ci sono progetti validi, è giusto che l'attore dia qualcosa". E ha annunciato di avere in cantiere un film su Derek Rocco Bernabei, l'italo-americano giustiziato negli Usa nel 2000, la cui colpevolezza non è mai stata accertata. "Lo dirigerà un grande regista italiano", ha tagliato corto.

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