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FILM / RECENSIONI

The Wind That Shakes the Barley

di 

- Ken Loach ha compiuto 70 anni il 17 giugno, e ha molto da festeggiare: vincitore lo scorso maggio a Cannes della Palma d’Oro per The Wind That Shakes the Barley...

...‘Ken il Rosso’, che gira film per scuotere le coscienze e ama i dibattiti politici, non ha mai ricevuto una reazione così feroce dalla stampa britannica alla vigilia della distribuzione nel Regno Unito e in Irlanda, dal 23 giugno per Pathé.

Naturalmente, nella scelta di seguire la lotta del Movimento Repubblicano irlandese per l’indipendenza dagli inglesi negli anni ’20, Loach sapeva che avrebbe dato vita in patria a molte controversie. E il suo suggerimento di legare il film alla guerra Iraq, come una sua metafora, ha attirato su di lui molti attacchi personali. Ma la brutalità di alcune frange della stampa britannica (per lo più di destra), che lo hanno accusato di infangare il suo paese e di usare fondi pubblici (dello UK Film Council) per realizzare un ‘film anti-britannico’, devono aver scosso anche il misurato gentleman Ken Loach. The Wind... [+leggi anche:
trailer
intervista: Ken Loach
intervista: Rebecca O’Brien
scheda film
]
, sesta collaborazione con lo sceneggiatore Paul Laverty e secondo film di Loach ambientato in Irlanda (dopo Hidden Agenda, vincitore del Premio della Giuria a Cannes 1990), è il primo e più violento pamphlet contro ogni potere imperialista di occupazione di una nazione, raccontato attraverso la storia di fiction di due fratelli irlandesi che lottano per l’indipendenza del loro paese negli anni ‘20.

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Loach, che era attratto da questo soggetto da più di trent’anni, può essere biasimato per essere tornato indietro ad un episodio della storia irlandese di rado affrontato: il turbolento periodo dell’Irlanda degli inizi del XX° secolo, quando i lavoratori dei campi e del paese si unirono per formare un esercito di guerriglieri volontari per fronteggiare gli spietati "Black and Tan", soldati inglesi mandati dalla Gran Bretagna per fermare la richiesta d’indipendenza dell’Irlanda, fino alla tregua e alla firma del Trattato Anglo-Irlandese del 1921. In The Wind, gli eroi sono il futuro dottore Damien O’Donovan (interpretato convincentemente da Cillian Murphy), e suo fratello maggiore Teddy (Padraic Delaney). All’inizio, Damien è riluttante ad unirsi ai gruppi di guerriglia guidati dal fratello, ma viene convinto dal comportamento brutale dei Black and Tans e dalle torture e gli assassinî di molti dei suoi compagni. Vero idealista, resta fedele alla causa dell’indipendenza totale dell’Irlanda, portata avanti dall’IRA, mentre il fratello, più pragmatico, si arruola con i 'Free Staters', preferendo una soluzione pratica con gli inglesi ad una lotta per l’indipendenza. La diversa visione politica dei fratelli li costringe ad una drammatica scelta finale.

Girato in location a Cork e Kerry per sette settimane, in condizioni metereologiche difficili, The Wind... è uno dei film più ambiziosi di Loach, sulla linea di Terra e libertà, supportato da un cast eccellente guidato da Barry Ackroyd. Lineare nella sua costruzione ed efficace nella resa del messaggio politico, il film manca però del peso emotivo che ne avrebbe fatto il miglior film di sempre del regista.

Prodotto dalla produttrice abituale di Loach, Rebecca O’Brien (Sixteen Films), The Wind… è una co-produzione britannica/italiana/tedesca/spagnola con Element Films, BIM Distribuzione, EMC production e Tornasol Films. Costato 6,5 milioni di euro, il film ha coinvolto 21 diversi finanziatori tra i quali lo UK Film Council, l’Irish Film Board, Filmstiftung NRW, Diaphana, Pathé, Cinéart, Filmcoopi e TV3 Ireland. Le vendite mondiali sono affidate a Pathe.

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