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VENEZIA 2005 Orizzonti

East of Paradise : eroi e vittime

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Una grande audacia sul fronte dei documentari presentati nella sezione Orizzonti caratterizza quest'anno la Mostra veneziana. E il lavoro sperimentale East of Paradise, produzione di maggioranza francese di Agat Films, firmata dal regista americano di origine polacca Lech Kowalski ne è la dimostrazione eclatante. Figura del cinema underground, il cineasta, specialista dell'emarginazione sotto tutte le sue forme (droga, quotidianità dei senza dimora, band di musica distruttiva), crea con il suo nuovo film una trilogia dedicata ai paesi dell'Est e sostenuta dalla rete televisiva franco-tedesca Arte. Iniziata nel 2000 da The Boot Factory e la sua fabbrica di scarpe a Cracovia gestita da punk, seguito nel 2002 dal road-movie On Hitler’s Highway (autostrada costruita verso Est dal Reich), la serie di conclude con East of Paradise, stupefacente, messa in parallelo della vita della madre del regista durante la Seconda Guerra Mondiale e quella di Lech Kowalski stesso nell'underground newyorkese.

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Donna molto carismatica, la madre del regista si racconta per un'ora, filmata, in parte, quasi assente. Ma l'intensità starordinaria della sua storia, ricca di dettagli e di emozioni descritte con pudore da piani estremamenti scuri cattura l'attenzione. La storia che si svolge in Polonia nel settembre del 1939 con la doppia invasione tedesca e sovietica traccia una terribile erranza: incursioni, deportazioni, gulag, la fame dove si mangiano pidocchi e bucce di patate per sopravvivere. Un'odissea attraversata dalla morte, il lavoro forzato, gli assurdi interrogatori dell'NKGB e incontri fugaci pieni di umanità. Questo quadro della lotta per la sopravvivenza è interrotto allora dalle lacrime prima che East of Paradise passi bruscamente agli esordi degli anni '80, sulla scia di uno skate-boarder tossicodipendente e cieco da un occhio. Sulla musica di Charlie Mingus, Marvin Gaye e James Brown, Lech Kowalski torna sul suo apprendistato cinematografico e alla sua attrazione per l'anarchia. Ritmato dalle immagini dei suoi primi documentari in una pericolosa New York notturna e dal suo film sulla tourné americana dei Sex Pistols, il cineasta stabilisce un legame inatteso tra i bassifondi della società moderna e i deportati della Seconda Guerra Mondiale, tuttavia eroi della propria sopravvivenza e vittime dei poteri totalitari, siano essi sovietici o ultra-capitalisti.

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(Tradotto dal francese)

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