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Il cinema del mondo per la pace

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Il cinema della pace parla le lingue dell’Europa e del mondo. Si è aperto ufficialmente il 16 febbraio il primo World Film Festival di Kuala Lumpur, Malesia. Una manifestazione dedicata alla non-violenza e alla pace, vestita degli straordinari colori dell’Oriente per essere universalmente ascoltata. Un festival fortemente voluto dal Primo Ministro, Mahathir Mohammed e organizzato dal Ministero dell’Informazione malesiano che, con l’impareggiabile collaborazione di un gruppo di otto giovani manager di un’agenzia privata, è riuscito a raccogliere in poco meno di 3 settimane i produttori, i registi e gli attori di 38 paesi, con l’intento di presentare al pubblico più di 50 film sul tema della non-violenza.

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“Ho pensato alla violenza nel mondo e a come ormai occupi una parte preponderante della nostra vita quotidiana” ha detto il Primo Ministro nel discorso d’apertura del Festival. “Ho pensato ai giovani che stanno crescendo all’ombra di immagini di guerra e di crudeltà e mi sono convinto che solo il cinema può realmente trasmettere un vero sentimento di pace e promuovere nuovi e fondamentali valori di fratellanza e non-discriminazione”.

Nei giorni immediatamente precedenti al 13mo summit dei Paesi Non-Allineati (NAM), previsto proprio a Kuala Lumpur dal 20 al 25 febbraio, il mondo del cinema e i fautori della pace si sono riuniti per sostenere attraverso i propri film un nuovo ed originale inno pacifista.
Sotto una straordinaria pioggia di fuochi d’artificio, il Primo Ministro malesiano ha accolto sul palco, ringraziandoli personalmente, i rappresentanti dell’arte cinematografica europea e mondiale che con tanta sollecitudine hanno risposto a quest'invito: l’Italia, entusiasticamente sostenuta anche dalla presenza dell’ambasciatore italiano in Malesia, Anacleto Felicani, con Il mestiere delle armi di Ermanno Olmi; la Spagna con il documentario sugli immigrati cubani a Miami, Balseros (Cuban Rafter); la Germania con il racconto della famiglia ebrea rifugiata in Africa prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale di Nowhere in Africa [+leggi anche:
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. E ancora Olanda, Svizzera, Francia, Bosnia, Ungheria, Albania ma anche Australia, Iran, Cina, Thailandia, India, senza dimenticare la presenza dell’Egitto, la Namibia e il Ghana.
Ognuno rappresentato dalla propria bandiera nazionale, ognuno sostenuto da un’aspirazione comune.

La manifestazione si concluderà il 18 febbraio con la cerimonia di premiazione alla presenza del Re della Malesia.

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