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VISIONS DU RÉEL 2024

Recensione: Brunaupark

di 

- Felix Hergert e Dominik Zietlow mettono in scena i dubbi e le speranze degli abitanti di un quartiere di Zurigo che rischia di scomparire nell’indifferenza generale

Recensione: Brunaupark

Brunaupark è un quartiere di Zurigo, vivo, multiculturale e multigenerazionale, un’oasi nel deserto di una speculazione immobiliare che sta rubando l’anima di molte, troppe città. Qui, distribuiti in cinque complessi residenziali di 405 appartamenti recentemente rinnovati, vivono bambini, famiglie, adolescenti, anziani, ma anche persone senza fissa dimora che trovano rifugio nei suoi locali riscaldati. Ad animare la vita del quartiere ci pensano i gerenti di piccoli commerci e ristoranti che si trasformano in confidenti di vite non sempre facili. Durante tre anni, i registi svizzeri Felix Hergert e Dominik Zietlow hanno documentato il destino di quanti rischiano di perdere tutto, non solo il loro appartamento ma anche e soprattutto i loro legami sociali, in nome di un’ingordigia capitalista che se ne frega dei sentimenti umani. Il resultato, il loro primo lungometraggio Brunaupark, è stato vincitore del Concorso Nazionale di Visions du Réel.

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In una sorta di battaglia simile a quella di Davide contro Golia, gli abitanti che non accettano di partire resistono con i mezzi che hanno senza nascondere la loro indignazione. Al di là della perdita del loro alloggio e delle difficoltà di ritrovarne un altro, ciò che li accomuna è lo sdegno risentito di fronte alla distruzione di appartamenti completamente funzionali e recentemente rinnovati. Il nuovo progetto abitativo concepito dalla banca Crédit Suisse dimostra quanto la loro fame neocapitalista sia sempre più vorace.

Durante i tre anni documentati dai registi, quello che affiora non è solo l’incertezza di vite sospese ma anche la graduale e inarrestabile trasformazione di un quartiere che ha perso la sua identità senza essere riuscito a costruirsene un’altra. Fra stupefazione e sdegno, gli appartamenti si svuotano per riempirsi nuovamente, ma questa volta con inquilini temporanei (studenti, giovani imprenditori e impiegati stranieri di multinazionali quali Google, per esempio) che invece di legami sociali duraturi ricercano divertimento e contatti professionali fruttuosi. Significativo e involontariamente comico è il momento in cui questi due mondi: quello del quartiere che fu e quello che è diventato, si incontrano durante un brunch organizzato nel giardino condiviso da tutti. È qui che i punti di vista così come le ambizioni personali di ognuno si incontrano e scontrano facendoci dubitare della possibilità di una coabitazione pacifica.

Fra rave scatenati che tengono sveglio tutto un quartiere, racconti di quello che è stato e tentativi, a volte disperati di salvare quello che può ancora esserlo, il film dà la parola a tutti e tutte. Emblematica in questo senso l’assurda ma geniale trovata di trasferire un intero ristorante nella propria cucina. In qualche modo, il fil rouge del racconto è giustamente rappresentato dalla figura di Ciccio, pizzaiolo che da ventotto anni gestisce il suo ristorante a Brunaupark. Un luogo emblematico che può essere considerato come il cuore pulsante del quartiere, lì dove ci si confida e si tessono legami per la vita. Senza Ciccio, sostituito da Coffee Shops asettici dal sapore hipster, Brunaupark può continuare ad esistere? Interrogando un’intera comunità cosciente della precarietà del proprio quotidiano, i registi portano a galla i paradossi della speculazione edilizia che sta mettendo in pericolo una struttura sociale indispensabile alla sopravvivenza dei più fragili.

Determinati ma anche resilienti, i protagonisti del film si confidano senza tabù davanti alla cinepresa di Felix Hergert e Dominik Zietlow che, con molta empatia e pazienza, danno la parola a chi, spesso, ne è privato.

Brunaupark è prodotto da Langfilm – Bernard Lang AG e Sabotage Filmkollektiv GmbH. Filmdelights si occupa delle vendite all’internazionale.

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