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KARLOVY VARY 2022 Concorso

Recensione: Vesper

di 

- Dopo Vanishing Waves del 2012, la regista lituana Kristina Buožytė e il regista francese Bruno Samper tornano con un impressionante film di fantascienza distopico

Recensione: Vesper
Raffiella Chapman ed Eddie Marsan in Vesper

"Non svegliarmi quando arriva la fine del mondo, a meno che gli effetti speciali non siano eccellenti", scriveva l'autore fantasy statunitense Roger Zelazny nel libro Prince of Chaos. Sembra che lo scopo di gran parte del cinema mainstream sia quello di tenere il pubblico sveglio nella sua continua ricerca di superare lo stesso Armageddon in un tripudio di effetti speciali. Ciò è in parte dovuto al fatto che il cinema commerciale è sempre stato incentrato sullo show. Ma il cinema riflette anche lo stato d'animo del mondo, e con i cambiamenti climatici, la guerra e le malattie diventate tutte tristi realtà della vita quotidiana, è comprensibile che la fine del mondo sembri sempre dietro l'angolo.

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di Kristina Buožytė e Bruno Samper, presentato in anteprima mondiale in concorso per il Globo di Cristallo al 56° Festival internazionale del cinema di Karlovy Vary, evita l'istrionismo esagerato del tipico blockbuster hollywoodiano, ma contiene altrettanta meraviglia e immagini sublimi. E, forse, questa coproduzione lituano-francese-belga ha anche un po' più di cuore e intelligenza.

La tredicenne Vesper (Raffiella Chapman) vive su una Terra in cui l'ecosistema è completamente collassato. Abitando in una vecchia baracca fatiscente con suo padre costretto a letto (Richard Brake) – che comunica attraverso un drone che segue sua figlia in giro – Vesper cerca cibo nella foresta inospitale mentre sperimenta anche nel suo laboratorio. Quando si imbatte nel relitto di un vascello proveniente dalla Cittadella, una roccaforte per i "privilegiati" della società, trova il corpo privo di sensi di Camellia (Rosy McEwen). Riportandola in salute, spera che questa misteriosa sconosciuta li aiuti a uscire dalla loro situazione e permetta loro di entrare nell’utopia della Cittadella. Ma quando il vicino Jonas (Eddie Marsan) si presenta con i suoi piani nefasti, Vesper deve trovare un modo per fermare l'apocalisse.

Vesper dà un senso tangibile di un mondo vissuto, con innumerevoli scenografie meravigliose e le immagini sempre sbalorditive del DoP Feliksas Abrukauskas. Questo è un pianeta in rovina, pieno di decadimento e distruzione: il verde scuro della putrefazione e il nero della morte invadono tutto. Ma c'è anche uno strano senso di bellezza, un accenno di ciò che è andato perduto. In mezzo a tanta oscurità, dà un senso di speranza, l’idea che un cambiamento in meglio sia ancora possibile.

In generale, le interpretazioni sono ottime. Chapman è credibile come eroina, con una durezza che smentisce la sua tenera età. Ma incarna anche l'incertezza di un'adolescente e c'è una toccante vulnerabilità nella sua performance. Anche McEwen è eccellente, riuscendo a suscitare un'aria di mistero senza essere forzato. Marsan è anche bravissimo, come sempre, a interpretare il cattivo ma con un encomiabile senso di ambiguità morale e portando all'intero film un senso di gravità.

Vesper deve sicuramente molto alla storia del cinema di fantascienza e di genere, e molti dei ritmi e delle immagini del film riecheggiano film del passato. Ma Buožytė e Samper riescono comunque a dare un'impronta davvero unica all’insieme creando una vicenda costantemente stimolante e coinvolgente.

Il successo nei festival sembra assicurato, soprattutto nel circuito dei festival di genere, dove sarà senza dubbio un pezzo forte. Anche il successo nelle sale e in VoD sembra probabile (sebbene il film tragga davvero vantaggio dall'essere visto su un grande schermo) e infatti è già stato venduto in diversi paesi, tra cui il Regno Unito (Signature Entertainment) e il Nord America (IFC Films ).

Vesper è prodotto dalla lituana Natrix Natrix e la francese Rumble Fish Productions, in coproduzione con la belga 10.80 Films e la francese EV.L Prod. È realizzato con la partecipazione di OCS, Wallimage, VOO e BeTV. Le vendite internazionali sono a cura della londinese Anton.

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(Tradotto dall'inglese)

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