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FILM / RECENSIONI Spagna

Recensione: Tenéis que venir a verla

di 

- Riunioni tra amici, leggere e profonde, esistenziali e divertenti, al centro del film di Jonás Trueba, che torna a parlare di grandi temi partendo da sensazioni quotidiane

Recensione: Tenéis que venir a verla
Irene Escolar, Vitor Sanz, Francesco Carril e Itsaso Arana in Tenéis que venir a verla

Solitamente, in un film, i personaggi vengono introdotti nei primi minuti attraverso azioni che li rappresentano o attraverso dialoghi in cui vengono disegnati. In Tenéis que venir a verla [+leggi anche:
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di Jonás Trueba, i suoi protagonisti non fanno praticamente nulla: si limitano ad ascoltare (e guardare). Sono due coppie: quelle formate da Elena (interpretata da Itsaso Arana) e Daniel (incarnato da Vitor Sanz) e, seduti con loro al Café Central di Madrid, Guillermo (Francesco Carril) e Susana (Irene Escolar).

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La telecamera va a posarsi in successione, per alcuni istanti, su ciascuno di loro, mentre risuonano gli accordi e le parole della canzone Limbo di Chano Domínguez. Con queste poche informazioni, lo spettatore può immaginare come siano questi personaggi... e in quale momento vitale si trovino. Inizia così questo film che, dopo l’uscita spagnola il 17 giugno grazie ad Atalante, sarà in concorso al Festival di Karlovy Vary all'inizio di luglio.

Con un titolo che sembra un imperativo a tornare al cinema, un ordine a metà tra dovere e scherzo, Trueba lo mette in bocca a uno dei personaggi e con esso scatena una piccola crisi, di quelle che attirano la nostra attenzione ogni giorno e che se passano così come vengono... per essere sostituite da altri dilemmi ricorrenti.

Ma tutto questo viene narrato con umorismo, naturalezza e complicità, non solo all'interno del team artistico, ma, soprattutto, con lo spettatore. Perché questo regista invita il pubblico fin dalla prima sequenza a far parte di quel gruppo di amici che portano sul tavolo questioni e conflitti che spesso affliggono tutti noi: sono felice della vita che conduco? E, soprattutto… quella degli altri è molto meglio? Prendere decisioni: questo è il dilemma.

Con una trama minimale costellata di dialoghi così naturali da non sembrare scritti, il regista di Todas las canciones hablan de mí [+leggi anche:
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riesce a trasmettere sensazioni leggere, quasi intangibili, ma riconoscibili: il personaggio di Sanz rispecchia magnificamente quello stupore, quella confusione e quel lasciarsi andare che, alla fine, è l'esistenza di qualsiasi cittadino.

Forse lascia perplessi questo piccolo film, lungo appena un'ora, intelligente, paradossale e un po' comico, che mostra come i decantati cambiamenti della vita non siano così idilliaci, la natura non sia così lontana e come le coppie longeve siano spinte da un'inerzia armoniosa. Dopo il suo precedente lavoro extralarge Quién lo impide [+leggi anche:
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intervista: Jonás Trueba
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, ora il sempre indipendente Jonás Trueba offre questo assaggio di cinema libero, un film minimale ma empatico, sensibile e agile, vicino e un po' triste, vivo e contraddittorio... come tutti noi.

Tenéis que venir a verla è una produzione di Los Ilusos Films. Delle sue vendite internazionali si occupa Bendita Films Sales.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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