email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2022 Proiezioni speciali

Recensione: The Natural History of Destruction

di 

- CANNES 2022: Nel suo ultimo documentario d'archivio, Sergei Loznitsa si concentra sulle campagne di bombardamento delle città tedesche da parte degli Alleati durante la Seconda guerra mondiale

Recensione: The Natural History of Destruction

Nonostante sia stato inizialmente apprezzato grazie a film di fiction drammatica e ai documentari di attualità, il regista ucraino Sergei Loznitsa ora sembra avere una sola missione: mettere a frutto ogni pezzo di filmato d'archivio remotamente interessante che si trova in un laboratorio. Raccoglie e ricostruisce questi frammenti, spesso girati da civili le cui identità sono ormai perdute nel tempo, in insiemi cinematografici tecnicamente smaglianti, non tanto per darci una nuova lettura della storia, quanto per fornire un indice cinematografico e una rappresentazione di essa che non abbiamo mai pensato fosse possibile.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Loznitsa può anche essere sinteticamente descritto come un profeta dell'Est post-comunista, la cui brillante satira Donbass [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Sergei Loznitsa
scheda film
]
del 2018 è recentemente stata rimessa in distribuzione per un nuovo pubblico che cerca di comprendere meglio l'aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina. Ma il suo esatto orientamento nazionale e forse politico non è così definito, se si guarda alle sue dichiarazioni di quest'anno alla European Film Academy e alle reazioni dei suoi colleghi dell'industria cinematografica ucraina. Ad ogni modo quest'anno è tornato con un altro documento d'archivio, The Natural History of Destruction, il suo secondo dopo Austerlitz [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
del 2016, che prende il nome da un testo di WG Sebald. In anteprima nella sezione Special Screenings di Cannes, come Babi Yar. Context [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Sergei Loznitsa
scheda film
]
l'anno precedente, quest’ultima opera distoglie la sua attenzione dall'Europa orientale, questa volta sfruttando materiale d'archivio che mostra le campagne di bombardamenti aerei contro le città della Germania settentrionale durante la seconda guerra mondiale, le vittime civili e i danni infrastrutturali che hanno subìto.

Il lato drammatico di Loznitsa non lo abbandona mai. Contro le posizioni dei recenti teorici del documentario, che puntano il dito sull'artificio della forma, Loznitsa abbraccia invece proprio quella cosa, montando epiche inquadrature da maestro e panoramiche sulla folla che ha avuto la fortuna di recuperare e al cui senso cinematografico dello spettacolo annuirebbero con approvazione gli specialisti britannici di film di guerra come David Lean. Qui le vittime sono solo gli inconsapevoli e innocenti cittadini tedeschi; nel suo filmato, vediamo solo un piccolo scorcio in cui campeggiano insegne naziste nei luoghi documentati, e l'agghiacciante dogma militare è per gentile concessione dei discorsi dei funzionari dell'esercito britannico il Maresciallo di campo Montgomery e Sir Arthur "Bomber" Harris. Dopo la riproposizione di tante riprese propagandistiche di fabbricazione di armi e piloti allegri seduti eccitati nelle loro cabine di pilotaggio, ora c'è un assalto da effettuare, nella convinzione duratura che questo è solo in tempo di guerra.

Questo capovolgimento della classica narrazione di questa guerra nei decenni è l'elemento più sovversivo e interessante del film. Con gli orribili bombardamenti in Ucraina e precedentemente in Siria ancora nelle nostre menti, Loznitsa ha il coraggio di eliminare quasi chirurgicamente il fenomeno delle campagne aeree e delle punizioni collettive degli innocenti dal contesto della seconda guerra mondiale, e parlarne come di un orrore morale universale. Rispetto ai suoi film sulla Russia sovietica, i cui colori vividi e famosi punti di riferimento ci permettono di non commettere errori d’interpretazione, qui il suo uso delle immagini in bianco e nero aiuta il pubblico a isolare il disgusto e il dolore che dovrebbe provare.

The Natural History of Destruction è una visione difficile e sconvolgente, a volte fastidiosamente ripetitiva e riluttante a variare le sfumature della sua argomentazione. Ma dovremmo essere grati per la crociata di Loznitsa volta a mostrarci ciò che deve essere visto e su cui riflettere.

The Natural History of Destruction è una coproduzione tra Germania, Paesi Bassi e Lituania di LOOKSfilm, Atoms & Void e Studio Uljana Kim. Le vendite internazionali sono curate da PROGRESSfilm.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy