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CANNES 2022 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: De humani corporis fabrica

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- CANNES 2022: Disturbante ma mai grottesco, il nuovo documentario di Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel è un'opera da sala operatoria

Recensione: De humani corporis fabrica

Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel si contraddistinguono nel mondo del documentario per approcciarsi al loro lavoro non come semplici documentaristi, ma anche come antropologi, ovvero come studiosi delle culture umane e della loro evoluzione nel tempo. De humani corporis fabrica [+leggi anche:
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, per quanto disturbante possa essere, potrebbe diventare una testimonianza di come le società avanzate trattano le malattie dal punto di vista medico in questa fase del XXI secolo. Da qui, sorge un altro pensiero: ciò che qui è mostrato sembrerà primitivo tra qualche decennio?

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Primo lungometraggio della coppia presentato in anteprima a Cannes, dove è stato proiettato la scorsa settimana alla Quinzaine des Réalisateurs, De humani corporis fabrica è come se uno degli studi documentaristici immersivi di Frederick Wiseman si avvalesse di immagini più ruvide e crude, con secrezioni sudicie e viscide che filtrano da ogni fotogramma perfettamente controllato. Qui, Castaing-Taylor e Paravel – noti soprattutto per il loro racconto dell’industria della pesca, Leviathan [+leggi anche:
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, del 2012 – accendono le loro videocamere e prendono in prestito alcune delle tecnologie di imaging dei loro ospiti, per osservare un certo numero di ospedali francesi e le loro unità di chirurgia e terapia intensiva.

I primi mesi di formazione in medicina prevedono visite in ospedale come queste – seminari "dal vivo" in cui i futuri medici si radunano attorno alle apparecchiature, ai macchinari e ai tessuti insanguinati, e fanno domande (o magari scherzano, giacché i medici hanno un famigerato senso dell’umorismo). Questo serve anche a desensibilizzarli, poiché a forza di sottoporsi all’esposizione di organi estratti e manipolati, dovrebbero smettere di correre il rischio di farsi prendere dalle palpitazioni. De humani corporis fabrica – un film il cui carattere estremo ha causato parecchie defezioni tra il pubblico alla sua prima proiezione – può essere considerato come un primo anno di medicina condensato in meno di due ore, dove gli oggetti che ci vengono mostrati perdono il loro significato, immergendoci in visioni endoscopiche in cui le nostre interiora sembrano sfondi espressionisti dai colori vivaci.

Il più estremo dei film horror potrà mostrare solo sangue finto, questa è invece roba autentica, filmata dai registi con disinteresse accademico e freddezza. Dopo un breve prologo – uno schiarimento di gola – in cui una guardia di sicurezza pattuglia il parcheggio sotterraneo dell'ospedale, l'immagine successiva mostra il cranio di un uomo in preparazione per la neurochirurgia, con un foro praticato nel periostio attraverso il quale viene introdotto un sottile strumento verticale che veicola una videocamera endoscopica. I due registi erano stati accusati di cattivo gusto per il loro rivoltante, ma a volte acuto, ritratto cannibale Caniba [+leggi anche:
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, e questo disagio ritorna qui, sebbene le loro provocazioni – giustificate, secondo loro, dal pensiero d'avanguardia nel campo delle scienze sociali in cui operano – siano sempre deliberate. E l'aspetto positivo, o umanistico, di questo film si manifesta quando ci rendiamo conto che questa procedura ha avuto successo, e che il compromesso per questo dolore fisico e questa umiliazione è il salvataggio della vita di qualcuno.

Accompagnati dalle voci fuori campo dei medici, che conversano su cose banali, fanno dell’umorismo nero e talvolta si lamentano di orari e condizioni di lavoro stressanti, viaggiamo con i registi dalla testa ai piedi: chirurgia della retina, esame di screening del cancro che comporta la biopsia di un'intera mammella, una prostatectomia e una procedura in cui uno strumento che assomiglia a una piastra per capelli racchiude un pene e poi sussulta in modo brusco, "in stile Kalashnikov" (per citare il film), sopra di esso.

Questo film è un vero traguardo: uno dei più dettagliati resoconti visivi che ci siano, integrato con movimento e suono, di ciò di cui siamo veramente fatti.

De humani corporis fabrica è una coproduzione tra Francia e Svizzera, guidata da Norte Productions, CG Cinéma, Rita Productions e SEL.

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(Tradotto dall'inglese)

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