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CANNES 2022 Proiezioni di mezzanotte

Recensione: Fumer fait tousser

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- CANNES 2022: Con il suo ultimo sforzo, il prolifico regista Quentin Dupieux vi farà amare la propaganda contro il fumo

Recensione: Fumer fait tousser

Un elemento importante della reputazione di Quentin Dupieux deriva dalla fama che si è fatto nei più prestigiosi festival di cinema. Anche se non conoscete il suo background (Mr Oizo, Flat Eric, la storia del pneumatico killer, ecc.), che risulti attraente sfogliando un voluminoso catalogo pieno di film seri è alquanto ovvio. Ottanta minuti di film sono già troppi per lui. E poi i suoi lavori suonano strani, ma non troppo infantili o sciocchi: preparatevi a guardare tutta una galleria di animali e robot, o persone che si comportano come animali e robot. Ricorda quella battuta in Jackie Brown sulle preferenze cinematografiche del garante della cauzione Max Cherry: "Qualsiasi cosa che inizi presto e sembri buono".

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Nel caso di Fumer fait tousser [+leggi anche:
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, che è stato presentato tra le Proiezioni di mezzanotte di Cannes, l'impressione è che stavolta Dupieux abbia fatto un film un po' sommario, conciliante e autoreferenziale, come fanno alcuni autori quando arrivano al punto in cui hanno una buona serie di successi alle spalle ed entrano lentamente in una fase più matura della loro carriera. In soli 80 minuti (che per lui è come se fosse Satantango), Fumer fait tousser crea un premessa surreale e di alto concetto, ma la ingolfa con una struttura antologica, in cui altri racconti, non correlati alla trama principale, entrano ed escono facilmente. Sembra più intrigante di quanto non sia in realtà: il risultato delude un po' le aspettative e non ha lo stesso impatto di Le Daim [+leggi anche:
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o Mandibules [+leggi anche:
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, che conquistarono molte persone (compreso l'autore di queste righe) alla sua causa.

Questa volta, abbiamo a che fare con una non meglio definita Tobacco Force, il cui principio stesso contiene alcune contraddizioni che o sono intenzionali o sono concepite con una certa noncuranza. Cinque star francesi calde, giovani o semplicemente iconiche interpretano una banda di supereroi, o agenti delle forze speciali, o... non è chiaro, davvero. Indossano abiti in spandex blu elettrico, attillati, con finiture arancioni. E sebbene sembrino avere come missione principale quella di scoraggiare la gente a fumare (soprattutto i giovani), tra i loro compiti c’è anche quello di sconfiggere mostri usando il potere degli ingredienti di base delle sigarette. Prendono quindi il nome da questi: Anaïs Demoustier è Nicotina, Gilles Lellouche è Benzina, e poi Vincent Lacoste, pensato per essere il membro più stupido della squadra, è Mentolo. Un po’ come quegli eroi degli anni '90, i Power Rangers, sparano le sostanze dalle loro mani guantate di bianco, a mostri bipedi vestiti di gomma che sembrano usciti da Star Trek.

Nell'attesa apatica di una battaglia finale con un un uomo-lucertola chiamato Lezardin (Benoît Poelvoorde), loro e – in uno dei tocchi più divertenti – alcuni personaggi casuali che entrano in scena, quali un bambino piccolo e un pesce che sfrigola in una padella, iniziano a raccontare strane storie di killer mascherati in stile Ai confini della realtà e body horror a base di cippatrice tipo Fargo, che alzano un po' il livello di interesse. Il film è interpretato anche da nomi francesi riconoscibili come Adèle Exarchopoulos e Blanche Gardin, le cui interpretazioni fanno sperare che Dupieux possa scrivere per loro ruoli più estesi in futuro.

Anche se questo non è il suo lavoro più ispirato – e come nel caso dei suoi primi film, a volte sembra uno scherzo per ingannare le aspettative del pubblico – ci si sente comunque grati che questo film semplicemente esista, e faccia sorridere senza troppe pretese, cosa che a Cannes non succede spesso. E si spera che altri registi possano seguire il suo esempio nel realizzare film “artigianali”, costruiti attorno a idee che solleticano il cervello e provengono da una gamma eclettica di influenze (qui sembra piuttosto innamorato del design retrofuturista di metà ‘900). Quando un autore è bravo come lui, comincia a diventare un’influenza importante per la generazione successiva. Allora cosa state aspettando, registi?

Fumer fait tousser è una produzione francese guidata da Chi-Fou-Mi Productions e Gaumont; quest’ultima si occupa anche delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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