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CANNES 2022 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: Les Cinq Diables

di 

- CANNES 2022: La stregoneria gioca un brutto scherzo a Léa Mysius in un film troppo ambizioso che lascia perplessi nonostante le sue molte qualità

Recensione: Les Cinq Diables
Adèle Exarchopoulos in Les Cinq Diables

"Mi amavi prima che esistessi?". Questa domanda assilla una bambina di dieci anni che scopre che il passato dei suoi genitori, e in particolare di sua madre, non assomiglia alla fotografia perfetta del matrimonio esposta a casa e nell'ufficio della sua genitrice. Questa domanda è al centro di Les Cinq Diables [+leggi anche:
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, l'atteso secondo lungometraggio di Léa Mysius (rivelatasi con Ava [+leggi anche:
recensione
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intervista: Léa Mysius
scheda film
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alla Semaine de la Critique cannense nel 2017), presentato alla Quinzaine des Réalisateurs del 75° Festival di Cannes.

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Nonostante le spiccate doti di regia e le spettacolari ambientazioni montane, sembra che la regista si sia lasciata travolgere da un'idea attraente sulla carta, ma molto delicata da realizzare poiché la storia usa la fantasia per sciogliere i nodi realistici, sentimentali e quasi psicoanalitici che impregnano la sua atmosfera. Il film riflette persino sulla stregoneria innata. Ma in fondo, perché no? Innumerevoli volte abbiamo visto l'inverosimile prendere forma nel cinema senza perdere il pubblico. Ma perché questa alchimia, o meglio questa stregoneria funzioni, gli elementi (acqua, fuoco, terra e aria) devono essere totalmente dominati da chi li usa o si rivolteranno contro il suo creatore, in questo caso la sua creatrice.

Di cosa parla esattamente questo film? La piccola meticcia Vicky (Sally Dramé) vive felice da dieci anni con sua madre Joanne, insegnante di acquagym (Adèle Exarchopoulos), e suo padre Jimmy (Moustapha Mbengue), un vigile del fuoco originario del Senegal. Vittima di bullismo a scuola per la sua capigliatura, Vicky sviluppa un acuto senso dell'olfatto (degno di quello di Jean-Baptiste Grenouille in Profumo - Storia di un assassino). Inoltre, quando sua zia Julia (Swala Emati) arriva inaspettatamente ("non ci vediamo da dieci anni; succede quando si è adulti", precisa Jimmy), con grande dispiacere di sua madre, Vicky sente che qualcosa non va. E la scoperta di una boccetta di misterioso liquido nero la farà precipitare nel passato della sua famiglia, invisibile a tutti tranne che a Julia. I viaggi nel tempo svelano immensi segreti...

Allenarsi al lago per un massimo di 20 minuti in acqua gelida a 7°C, perché a meno si soffre di ipotermia e il cuore si arresta, un incendio devastante e un volto sfigurato, l’amore folle e appassionato tra due donne, voci velenose che corrono in un paesino di provincia: Les Cinq Diables ricompone i pezzi di un passato che si ripete nel presente, che a sua volta dà forma al passato. Un circolo vizioso tentacolare e prefabbricato che non convince e non riesce a offrire una soluzione omogenea, anche se quasi tutti i suoi ingredienti (in particolare le interpreti femminili e la fotografia di Paul Guilhaume) presi separatamente sono molto riusciti. Ma quella di mescolare i generi è un'arte che richiede cautela, e l'audace Léa Mysius ne trarrà senza dubbio una lezione per il futuro perché il talento c'è, ma bisogna saperlo incanalare.

Prodotto da Trois Brigands Productions e da F comme Film, Les Cinq Diables è venduto da Wild Bunch International.

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(Tradotto dal francese)

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