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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: La cena perfetta

di 

- Una cena può salvarti la vita nel dramedy di Davide Minnella, un mix riuscito di alta cucina, crime e buoni sentimenti, con protagonisti Salvatore Esposito e Greta Scarano

Recensione: La cena perfetta
Greta Scarano in La cena perfetta

Camorra, stelle Michelin, amore e memoria sono gli ingredienti del nuovo film di Davide Minnella, La cena perfetta [+leggi anche:
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, in cui un criminale dal cuore tenero e una chef ambiziosa si incontrano, si scontrano, e poi fanno squadra per realizzare i propri sogni e ridare slancio alle rispettive vite. Un dramedy sentimentale ben calato nel suo contesto, quello dell’alta ristorazione a Roma (grazie alla presenza sul set di una consulente d’eccezione, la chef stellata Cristina Bowerman), e dove un buon piatto di pasta e patate, se fatto con il cuore, può salvarti la vita.

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In questo film nato da un soggetto di Stefano Sardo (Una relazione [+leggi anche:
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), la star di Gomorra - La serie Salvatore Esposito torna a vestire i panni del camorrista, ma di segno opposto rispetto allo spietato Genny Savastano della tv. Carmine, infatti, non è tagliato per la vita criminale e ha qualche problema a regolare i conti, soprattutto se si tratta di sparare a un vecchio amico; per questo il suo boss, Pasquale A’ Scimitarra (Gianfranco Gallo), affezionato a Carmine come a un figlio, piuttosto che fargli fare una brutta fine, da Napoli lo spedisce a Roma, affidandogli la gestione di un ristorante che serve esclusivamente per riciclare soldi sporchi. La qualità del cibo servito ai tavoli è quindi l’ultimo dei problemi: basta riempire la cucina di piatti congelati e forni a microonde, battere scontrini e impilare banconote in cassaforte, e il pranzo è servito.

Tutto cambia quando un giorno si siede a uno dei tavoli Consuelo (Greta Scarano), una giovane donna piena di rabbia che non esita a urlare ai quattro venti che il cibo fa schifo. Presto scopriamo che è una talentuosa chef caduta in disgrazia a seguito di una recensione negativa e che quel ristorante, ora in mano alla camorra, era il suo. Così Carmine, visto che a Napoli non lo vogliono più e che il suo esilio romano è destinato a durare a tempo indeterminato, pensa bene di assumerla per trasformare il locale in un ristorante di qualità e dimostrare a se stesso e al suo boss di saper fare qualcosa di più che “lavare” denaro sporco. Per Consuelo, è l’occasione per conquistare l’ambita stella Michelin. Ma per mettere su un ristorante di tutto rispetto ci vogliono tanti soldi; Carmine avrà quindi bisogno di attingere alla cassaforte della camorra, e quando i conti non torneranno più, per lui saranno grossi guai.

Il pezzo forte del film è l’immersione realistica nel mondo dell’alta cucina. La spesa al mercato all’alba, come ci si muove tra i fornelli, i piatti (veri, della chef Bowerman) preparati con scrupolosità, il carattere ruvido degli chef, la figura del critico gastronomico che può stroncare carriere, e l’annosa diatriba tra addetti ai lavori se il cibo sia da considerare un’arte (per quanto effimera) oppure no: tutto è restituito con precisione. L’aspetto crime è un po’ più fiabesco, poiché si fa fatica a credere ad alcuni snodi che sono tuttavia funzionali alla trama, mentre l’elemento romantico è sobrio e per niente smielato. Un insieme di ingredienti ben dosati, con l’aggiunta di un pizzico di suspense, per arrivare infine a una grande verità: i piatti più buoni sono quelli che hanno un’anima, e alcuni sapori sono in grado di riconnetterci con la nostra infanzia. Quando questo succede – ci dice il film – tutto è possibile. E allo spettatore, una volta uscito dalla sala, viene una gran voglia di mettersi ai fornelli.

La cena perfetta è prodotto da Italian International Film - Gruppo Lucisano e da Vision Distribution, che lo distribuisce in Italia (in sala per un’uscita speciale il 26, 27 e 28 aprile) e nel mondo.

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