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BERLINALE 2022 Forum

Recensione: Europe

di 

- BERLINALE 2022: In questo suo primo lungometraggio di finzione, Philip Scheffner racconta la storia di uno sradicamento forzato giocando con lo spazio negativo

Recensione: Europe
Rhim Ibrir in Europe

Per Philip Scheffner il passaggio da una forma documentaristica autoriale alla finzione non avviene senza un occasionale richiamo al realismo. Il suo lungometraggio Europe [+leggi anche:
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, presentato in anteprima mondiale nella sezione Forum della Berlinale, inizia con l'attrice protagonista Rhim Ibrir che parla al regista fuori campo. "Qual è il ruolo che stai interpretando?" le chiede lui; "Quali sono le similitudini con te?" Durante una conversazione dopo il film, Ibrir afferma che il suo personaggio tornerà a una vita normale.

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Da un lato, non c'è niente di normale nelle esperienze del suo personaggio, Zohra. Eppure, da una prospettiva più ampia, il suo destino è purtroppo una delle esperienze più normali di oggi. Zohra vive in una piccola città nel sud-ovest della Francia. Emigrata lì molti anni prima da Algeri, ha subìto da allora una serie di cure e interventi chirurgici per la sua scoliosi. Il film si apre con il suo ultimo appuntamento dal dottore (Thierry Cantin).

La sua ultima operazione è andata bene e tutto ciò che resta è fare un po' di esercizio in piscina. Per Zohra questa è una buona notizia. Come racconta a sua sorella Nesrin (Sadya Bekkouche), al partner di Nesrin, Farid (Hassane Ziani) e alla loro nonna (Zoulikha Ibrir), ora può concentrarsi sul fare arrivare finalmente il marito algerino in Francia. Impegnata nelle pratiche di proroga del permesso di soggiorno, Zohra ritiene che si tratti di una piccola formalità di ricongiungimento familiare. Fino a quando il suo stesso soggiorno in Francia sembra improvvisamente volgere al termine.

Cosa succede se coloro che si diventano parte e contribuiscono alla nostra società svaniscono improvvisamente? Scheffner cerca di esprimere questa nozione applicando spazio negativo. Il suo personaggio principale, che il direttore della fotografia Volker Sattel segue meticolosamente con la camera in sequenze prolungate della sua vita quotidiana, scompare. A un appuntamento all'ufficio immigrazione, proprio girato l'angolo di una cerimonia funebre in corso per le vittime della guerra d'Algeria, l'impiegato alza le spalle. Non è una sua responsabilità. E ha anche voglia di andare a fumare una sigaretta.

Facendo sparire Zohra dallo schermo nella la parte centrale del film, la storia perde il suo collante. Sua sorella, che lavora come badante, e la sua collega (Amandine Demuynck) della fabbrica che sfrutta i lavoratori, parlano tutti in un vuoto fuori dall’inquadratura, spesso rompendo la quarta parete. Lo spettatore non sente mai cosa ha da dire l'invisibile Zohra, ma essere messi nei suoi panni è un'esperienza spiacevole.

Quando finalmente Zohra riappare, Scheffner inverte questo suo piccolo trucco. E cioè tutti che svolgono la loro vita normale sono quelli che improvvisamente scompaiono. Sostituendo Nesrin nei turni con la sua anziana paziente, oltre a occuparsi del suo appartamento e prendersi cura della tartaruga del vicino, Zohra opera dall'ombra: non è mai davvero lì, ma non è ancora andata via. Le sue battaglie per la salute e la sua posizione legale sono esattamente come quelle di uno dei tanti senza nome, ma qui tutto diventa incredibilmente personale.

Senza mai prendersi una pausa dalla monotona routine della vita di Zohra, lo spettatore viene presto a sapere che il suo autobus la porta da "La Poste" a "Piscine" fino alla sua fermata, "Europa". C'è una metafora piuttosto affascinante in questo. Si vorrebbe che "l'Europa" fosse l'ultima tappa per lei. Ma poi, l'autobus riprende velocità e la sua destinazione finale non viene mai rivelata.

Europe è prodotto da Pong Film (Germania) con il sostegno di Blinker Filmproduktion GmbH (Germania), in coproduzione con Haut les mains Productions (Francia), Rundfunk Berlin-Brandenburg (Germania) e Auvergne-Rhône-Alpes Cinéma (Francia). Le vendite internazionali sono di Square Eyes.

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(Tradotto dall'inglese)

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