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BERLINALE 2022 Encounters

Recensione: À vendredi, Robinson

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- BERLINALE 2022: In questo divertente documentario della collaboratrice di Jean-Luc Godard Mitra Farahani, il regista francese e il suo omologo iraniano Ibrahim Golestan si scambiano e-mail

Recensione: À vendredi, Robinson
Ebrahim Golestan in À vendredi, Robinson

Se siete rimasti un po' confusi vedendo gli ultimi lavori di Jean-Luc Godard, Adieu au langage [+leggi anche:
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allevierà un po' di questa insicurezza. Mitra Farahani, tra i principali produttori di Godard per quell’ultimo film, ha ideato questo documentario minimalista basato su conversazioni, in cui l'artista (a volte abbreviato in JLG) scambia piccole missive elettroniche con un altro regista dal temperamento simile: Ebrahim Golestan, rappresentante della New Wave iraniana alla fine degli anni 1960. Nel film, Golestan, un regista diventato romanziere, ha poco più di novant'anni e rimane affilato come un rasoio, ma anche lui resta sconcertato dalla bizarra follia di Godard. Quindi c'è speranza anche per tutti noi. Il film ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria del concorso Encounters alla Berlinale, riservato ad opere innovative e talvolta inclassificabili.

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Farahani, la cui voce fuori campo interviene fugacemente durante tutto il film, principalmente per fare commenti criptici su Beethoven, pensava che i due registi avrebbero dovuto interagire e che questo sarebbe stato un buon punto di partenza per un documentario. A suo avviso, era una strana coincidenza che non si fossero incontrati durante le loro carriere politicamente e artisticamente scabrose: Golestan ha lasciato l'Iran per il Regno Unito alla fine degli anni '60, lo stesso periodo in cui Godard stava iniziando il suo lavoro più internazionale con il gruppo Dziga Vertov. In questo modo, in un curioso gesto artistico di Farahani, si instaura un dialogo in cui i due veterani si inviano messaggi il venerdì, mentre le rispettive troupe cinematografiche (in Svizzera per Godard, e nel Sussex per Golestan), catturano i loro commenti e reazioni.

Non sorprende che il discorso sia dominato dai messaggi di Godard, che non sono tanto messaggi quanto il suo solito mix di aforismi, riferimenti visivi e commenti obliqui. La telecamera di Farahani ingrandisce lentamente la casella di posta elettronica di Golestan e possiamo percepire la sua esitazione mentre fa clic su "Apri", come se ricevesse un pacco da un mittente sconosciuto. Un tipico messaggio di Godard potrebbe includere le stampe di Matisse, una pagina della versione e-book di "La veglia di Finnegan" di James Joyce, ruotata di 90 gradi in diagonale, e una foto della calligrafia di Golestan. Per Golestan, Godard è "pretenzioso" ma ovviamente geniale, e un vero successore di Joyce per via dei diversi linguaggi e registri che incorpora nel suo lavoro, che nessun lettore potrebbe interpretare con successo da solo.

Mentre altri documentari offrirebbero una sintesi biografica di queste due celebrità, per assicurarsi che il pubblico non si senta perduto, Farahani sa che questa mancanza di background può essere liberatoria: infatti, il titolo dell'opera richiama Robinson Crusoe. Le immagini nelle scene di Golestan assomigliano a fotografie artistiche, con la telecamera che scruta nell'oscurità, interrotta solo dalla regista che si sposta da una stanza all'altra nella villa gotica nel Sussex. Farahani non si preoccupa nemmeno troppo della sua immagine: in un segmento senza Godard mostra il regista mentre fa commenti sessisti sulla partner di un collega: "È bellissima, ma ha anche un'opinione?".

Nel frattempo, Godard è inquadrato in pose più naturali: fumando i suoi enormi sigari e seduto, con l'aria cupa, a un tavolo da cucina disadorno. Sebbene il film sia stato girato nel 2014, come indicano i titoli sullo schermo, À vendredi, Robinson ha una forte risonanza pandemica. Questo è un lavoro che i fan sfegatati di Godard non vorranno perdersi, così come le sue recenti apparizioni su Instagram (di cui abbiamo parlato su Cineuropa). Farahani cattura il crepuscolo artistico di due giganti, in cui le loro e-mail rappresentano alcuni degli ultimi lavori che sono in grado di creare, senza la necessità di annacquare le loro riflessioni poetiche per un consumo più ampio.

À vendredi, Robinson è una coproduzione tra Francia, Svizzera, Iran e Libano, guidata da Mitra Farahani.

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(Tradotto dall'inglese)

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