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BERLINALE 2022 Panorama

Recensione: Working Class Heroes

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- BERLINALE 2022: Miloš Pušić consegna un'opera arrabbiata e punk con questo film all'incrocio tra dramma sociale, commedia nera e thriller che attinge alla poetica di Želimir Žilnik

Recensione: Working Class Heroes
Boris Isaković, Mihajlo Pleskonjić e Stefan Beronja in Working Class Heroes

A giudicare dai precedenti film del regista serbo Miloš Pušić, Withering [+leggi anche:
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e Autumn in My Street, nessuno si sarebbe aspettato il pugno in faccia alla società, crudo e rabbioso, che sferra con il titolo Working Class Heroes [+leggi anche:
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intervista: Miloš Pušić
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della sezione Panorama della Berlinale.

La società in questione è serba, ma questa storia potrebbe facilmente avere luogo in molti altri paesi. La vincitrice dell'EFA Jasna Djuričić interpreta Lidija, la "PR" della società di costruzioni e immobili Magnus Domus nella seconda città del Paese, Novi Sad. In realtà, lei è fondamentalmente un' esecutrice scaltra e spietata e l'amante del proprietario truffatore, Miki (Aleksandar Djurica). Nella scena d'apertura, sfratta una famiglia povera dal suo appartamento degradato, e grazie alla corruzione e al disordine generale delle istituzioni statali, altre prove delle loro malefatte si susseguono prima di incontrare i nostri veri eroi.

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Questo è un gruppo di operai edili, che lavorano per Miki e Lidija su un progetto di edilizia sociale monumentale e dimenticato. L'edificio in cemento armato, alto diversi piani, faceva probabilmente parte di un piano di un governo precedente, e nel business dell'edilizia serba (o in qualsiasi altro), se non c'è una parte interessata a riciclare il denaro, o un modo per farlo illegalmente, nessuno investe.

Il gruppo di sei uomini, dal giovane e sempliciotto Kid (Stefan Beronja) all'anziano ubriacone e drogato Mile (Mihajlo Pleskonjić) e il loro capo de facto Professor (Boris Isaković), non vengono pagati da anni e lavorano senza alcuna protezione o orario regolamentato. Il caposquadra Braco (Predrag Momčilović) è lì soprattutto come mediatore, con il compito di tenerli in ordine. Ma Professor riesce a organizzarli in modo che riescano a ricattare Lidija per farsi dare lo stipendio e farli continuare a lavorare. Lei e Miki stanno cercando di convincere un uomo d'affari di successo a firmare un contratto sul progetto, ma quando il lavoro non è finito la sera prima della scadenza, Kid e Professor devono rimanere a finirlo durante la notte.

All'inizio il film sembra quasi un documentario: le immagini della cinepresa digitale a mano sono piatte, sembra che ci sia poca gradazione del colore, e il direttore della fotografia Aleksandar Ramadanović si muove rapidamente e spesso in modo caotico tra i protagonisti. Man mano che procede, e che i personaggi diventano più completi e la prospettiva sociale si sviluppa, si trasforma in un dramma molto scuro con elementi tipici dei thriller e della commedia.

Una commedia, ma molto amara. Nonostante il loro cameratismo, gli operai se la prendono crudelmente l'uno con l'altro, e una scena - in una stanza spoglia del cantiere con un cantante folk da quattro soldi - in cui il gruppo festeggia la misera somma che Lidija ha gettato su di loro, suona come un incubo inzuppato di alcool fuori dai film della leggenda jugoslava dell'Onda Nera Živojin Pavlović.

Ma se c'è un cineasta a cui Pušić attinge di più, è il suo concittadino di Novi Sad Želimir Žilnik: hanno in comune il mix di generi e il lavorare con attori e non professionisti, l'approccio "prendi la telecamera e gira", l'affetto per le persone ai margini della società e la posizione ferocemente umanista e anti-autoritaria.

Ci sono anche delle sorprese nel film, da una cruda profondità emotiva in due sviluppi inaspettati, a scene brutali in cui i lavoratori si feriscono intenzionalmente per ottenere qualcosa da Lidija. Anche se l'atteggiamento del film è totalmente punk, la sceneggiatura che Pušić ha scritto con Dušan Spasojević e Ivan Knežević è intricata e piena di conflitti.

Working Class Heroes è una produzione della compagnia serba Altertise, mentre quella greca Heretic Outreach ne gestisce i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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