03/02/2022 - Leire Apelaniz e Marc Sempere-Moya costruiscono un puzzle visivo e sonoro attorno a questo cantante che sfugge alle convenzioni per abbracciare l'eterodossia, la poesia e l'estasi

Presentato all'ultima edizione del Festival del cinema europeo di Siviglia e distribuito questo venerdì (4 febbraio) nelle sale spagnole da Márgenes Distribución, Canto cósmico. Niño de Elche [+leggi anche:
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intervista: Leire Apellaniz e Marc Sem…
scheda film] è un documentario che non intende rivedere vita, opere e i miracoli di Francisco Contreras Molina, ma piuttosto, come fa il suo poster, completare il collage della sua personalità con vari pezzi. Come? Attraverso l'intervento di persone del suo ambiente e l'inclusione di performance eseguite espressamente per questo film, che è stato diretto dal duo formato per l'occasione da Leire Apellaniz (produttrice, fra gli altri, di Espíritu sagrado [+leggi anche:
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intervista: Chema García Ibarra
scheda film] di Chema García Ibarra, un altro film girato a Elche, e responsabile del lungometraggio non fiction El último verano [+leggi anche:
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scheda film]) e Marc Sempere-Moya, formatosi nel mondo teatrale oltre ad aver realizzato El ball del vetlatori.

Questo cronista ricorda ancora come, qualche mese fa, avesse ricevuto una chiamata particolare e insolita: partecipare, insieme ad altre persone, alle riprese di una sequenza di un film che si stava girando su Niño de Elche, un artista che irruppe nella scena musicale spagnola qualche anno fa esibendo un flamenco di matrice classica ma abbracciando aspetti più moderni, e che ricevette mille elogi da vari media. La scena in questione doveva svolgersi in un capannone industriale di Madrid e al suo interno appariva un gruppo assortito di uomini e donne... completamente nudi. Per pudore, agenda o codardia, questo giornalista ha cordialmente respinto l'invito, ma ha potuto godersi quel momento cinematografico quando ha visto il film in questione, in cui religione e pietà si fondono perfettamente con bellezza e lirismo.

Quella scena simboleggia perfettamente come si costruisce una personalità: basata sull'influenza di altri corpi. E così, tra gli ospiti (questa volta completamente vestiti) invitati a parlare di Niño de Elche in Canto cósmico ci sono figure del calibro di C. Tangana (che si vedrà, alla Berlinale, recitare un piccolo ruolo nel nuovo film di Isaki Lacuesta, Un año, una noche [+leggi anche:
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intervista: Isaki Lacuesta
scheda film]), l'impareggiabile attrice, regista e performer provocatoria Angélica Liddell (i cui esempi di messa in scena molto accattivanti hanno una certa influenza su questo stesso film) e il ballerino di flamenco Israel Galván, tra molti altri.

Tutti loro, insieme alla famiglia di Paco (dove spicca Paqui, quel tipo di madre genuinamente spagnola che Almodóvar ha trasformato in un'icona universale), svelano gli angoli, le sfumature e le peculiarità del carattere di Niño de Elche e della sua vita professionale. È un uomo che cominciò a distinguersi già da bambino per il suo talento (come testimoniano i video amatoriali), e che qui si rivela un individuo complesso ed estremamente sensibile, che si dedica anima e corpo alla causa dei suoi registi.

Perché anche se il pubblico non è appassionato di flamenco o non ha acquistato gli album del protagonista di questo film, lo spettacolo che offre va ben oltre la sua figura centrale, affermandosi come un'entità cinematografica di encomiabile bellezza e profondità, senza cercare di nascondere l'intenso fascino che i due cineasti provano per l'impareggiabile Niño de Elche.

Canto cósmico. Niño de Elche è una produzione di Señor y Señora e Código Sur, con il finanziamento di ICAA e Gobierno Vasco, e con la partecipazione di Canal Sur.

(Tradotto dallo spagnolo)