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SUNDANCE 2022 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: Klondike

di 

- Ambientato nell'Ucraina orientale nei primi giorni della guerra del Donbass, il film poetico e fantasioso di Maryna Er Gorbach evoca l'atmosfera surreale di un conflitto peculiare

Recensione: Klondike

In un altro contesto, le vaste distese di terra che circondano la casetta di Irka (Oxana Cherkashyna) e Tolik (Sergey Shadrin) sarebbero probabilmente sinonimo di libertà e pace. Ma Klondike [+leggi anche:
trailer
intervista: Maryna Er Gorbach
scheda film
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di Maryna Er Gorbach, presentato nella concorso World Cinema Dramatic del Sundance Film Festival online di quest'anno, inizia con una bomba che esplode abbattendo i muri della casa di questi futuri genitori. Sebbene la vista dal loro soggiorno ora completamente aperto sia bella ed ampia, essa è soprattutto inquietante, e non rivela mai abbastanza su dove potrebbe essere il nemico.

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È luglio 2014 nell'Ucraina orientale, vicino al confine con la Russia, e quando inizia il film, la coppia è già preoccupata per la crescente ostilità nella regione. La maggior parte dei loro vicini si è allontanata preventivamente e Tolik vorrebbe seguirli, perché è preoccupato soprattutto per sua moglie e il loro bambino non ancora nato. Ma lei non ha intenzione di abbandonare la sua casa e si risente di quella che percepisce essere la debolezza di suo marito, poiché si piega alle minacce e alle richieste di cibo delle forze armate d'invasione. Sebbene la maggior parte dell’aggressione sia invisibile e fuori dallo schermo, è comunque palpabile nell'effetto che ha su entrambi i futuri genitori, con Tolik che si chiude in se stesso e Irka che diventa più impaziente e furiosa. In lente panoramiche, con la macchina da presa fissata su un treppiede mentre i personaggi si muovono ansiosamente tra lo spazio visibile e il fuori campo, il direttore della fotografia Sviatoslav Bulakovskyi evoca il terrore crescente di una violenza che, sebbene in gran parte invisibile all'inizio, sembra già inevitabile. I giochi di luci e colori, nonché l'insolito blocco a strati del film, si combinano anche per creare un'atmosfera surreale e imprevedibile che riecheggia i sentimenti confusi e mutevoli dei personaggi di paura, rabbia, risentimento e nostalgia.

Quando un'altra deflagrazione scuote le pareti della modesta casa, è lecito ritenere che un'altra bomba possa aver colpito la casa della coppia. Ma quando Tolik chiede a Irka di uscire dal seminterrato, la coppia trova un pezzo di fusoliera e un corpo umano su un sedile dell'aereo fuori dalla loro casa: frammenti dell'incidente del volo Malaysia Airlines 17, che è stato abbattuto il 17 luglio 2014. Questo sviluppo improbabile ma fin troppo reale si aggiunge alla strana qualità del film, e una delle scene più strane vede la coppia accompagnare due genitori olandesi alla ricerca della figlia scomparsa, che era tra i 283 passeggeri morti dell'aereo. L'incidente è il secondo "errore" delle forze armate coinvolte: il primo è stato il bombardamento della casa dei protagonisti, come ammette apertamente un amico di Tolik che ha deciso di schierarsi con i russi per evitare guai. Mentre condivide meccanicamente i biscotti con Tolik, promette di aiutare a riparare la casa e Tolik sembra quasi pronto ad accettare quell'accordo. Quando l’arrabbiato fratello minore di Irka, Yaryk (Oleg Shcherbina), accusa suo marito di essere un traditore, non ha esattamente torto giacché l'uomo non riesce a prendere una decisione su da che parte stare. Culminando in una scena finale doppiamente scioccante, Klondike è un film concreto e rabbioso su una guerra vista dall'interno, che si fa strada in una regione e nella sua gente in un crescendo sconcertante e violento, e tra le altrettanto feroci e scioccanti forze della vita e della resistenza.

Klondike è prodotto dall’ucraina Kedr Film e la turca Protim Video Production. La tedesca ArtHood si occupa delle vendite internazionali. 

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(Tradotto dall'inglese)

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