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SUNDANCE 2022 Premieres

Recensione: La Guerra Civil

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- Il documentario di Eva Longoria Bastón racconta la storica rivalità tra i campioni di boxe Julio César Chávez e Oscar De La Hoya, ma attraverso un linguaggio cinematografico piuttosto tradizionale

Recensione: La Guerra Civil

L’intellettuale italiano Pier Paolo Pasolini disse una volta che “il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo” e una delle persone intervistate nel documentario La Guerra Civil [+leggi anche:
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di Eva Longoria Bastón spiega che “il pugilato è l’opera per i latini”. Hanno entrambi ragione. I mediterranei e i latini condividono senza dubbio una grande passione per i loro sport nazionali che va oltre il semplice entusiasmo, raggiunge infatti abitudini e tradizioni profondamente radicate.

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Il film, proiettato nella sezione Premieres al Sundance Film Festival di quest’anno, si immerge nella storica rivalità tra due campioni di pugilato: il giovane e carismatico ‘ragazzo prodigio’ con un ‘sorriso incantevole’, Oscar De La Hoya (un immigrante di seconda generazione dall’est di Los Angeles), e la leggenda ribelle messicana, Julio César Chávez. I due terzi del film si focalizzano sulla narrazione di come i due campioni divennero famosi, delle loro prime esperienze nel combattimento durante la prima infanzia e del modo in cui entrambi si resero conto che il pugilato doveva rappresentare una parte essenziale della loro esistenza.

In particolare, Longoria Bastón decide di far luce su due aspetti principali. Il primo comprende le vite private dei due atleti: si spiega come i momenti di avversità vissuti li abbiano trasformati e come abbiano inciso sulle loro carriere professionali. Il secondo aspetto invece si focalizza sul mondo caotico che li circonda: i loro fan volubili (particolarmente cruciali nella biografia di De La Hoya, che ha vissuto la gloria e molta stima ma anche un’estrema ostilità dalla sua stessa gente), le loro conoscenze discutibili (Chávez non indugia nell’ammettere di essere amico di vari membri dei cartelli locali della droga) e come entrambi si trasformarono gradualmente nella figura di "idolo", con una popolarità che oltrepassò le comunità messicane e messico-americane. Il punto culminante della narrazione è senza sorprese il cosiddetto incontro "Ultimate Glory" del 7 giugno 1996, quando i due atleti combatterono nel Caesars Palace di Paradise.

Da un punto di vista estetico, il documentario non si distingue assolutamente dalla massa e adotta un approccio simile a quello televisivo, alternando un vario numero di interviste, fotografie e filmati di archivi. Qualcuno potrebbe chiedersi se quest’opera sia più adatta al piccolo schermo piuttosto che al grande. Ad eccezione di alcuni estratti ispirati dai loro storici incontri, c’è troppa poca spettacolarità o intimità per essere proiettato nei cinema.

Durante tutto il film, De La Hoya e Chávez raccontano la loro versione insieme ad alcuni familiari, agli esperti e ai giornalisti che hanno assistito, in diversi modi, alle carriere di entrambi i campioni. La narrazione è totalmente bilanciata anche se il finale, in cui vengono illustrati gli alti e i bassi dei due atleti dopo l’incontro del 1996, potrebbe sembrare un po’ troppo affrettato. Ciononostante, l’opera è coinvolgente perché racconta la storia di una strana "guerra civile" che vale la pena di scoprire. Ci porta a interrogarci sull’identità culturale, la mascolinità, l’avidità, la ricorrente ascesa e caduta dei campioni di pugilato, e sugli sport in quanto fenomeno culturale contemporaneo.

La Guerra Civil è una produzione britannica realizzata da DAZN e UnbeliEVAble Entertainment. DAZN si occupa anche delle vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese da Sara Baroudi)

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