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SUNDANCE 2022 Midnight

Recensione: Speak No Evil

di 

- Il regista danese Christian Tafdrup dimostra che non bisogna mai parlare con gli sconosciuti, neanche da grandi

Recensione: Speak No Evil
sx-dx: Fedja van Huêt, Karina Smulders, Liva Forsberg, Marius Damslev, Sidsel Siem Koch e Morten Burian in Speak No Evil

Il regista danese Christian Tafdrup ha presentato un film horror al Sundance di quest’anno, ma nonostante sia stato selezionato nella sezione Midnight, il regista sembra più interessato all'assurdità delle convenzioni sociali che non al sangue. Il che ha senso, dal momento che le prime sono molto più terrificanti.

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intervista: Christian Tafdrup
scheda film
]
è una commedia di costume che prende una brutta piega, quando una simpatica coppia danese (Morten Burian e Sidsel Siem Koch) decide, piuttosto frettolosamente, di far visita a dei vecchi compagni di vacanze olandesi (Fedja van Huêt e Karina Smulders) e di trascorrere un fine settimana con loro in mezzo della foresta. È il tipo di situazione scomoda che risulta molto interessante: quattro persone che si incontrano di nuovo pur non avendo nulla in comune, tranne i bambini di età simile. Fiumi di vino e clima torrido sono presenti anche qui, ma ora le vacanze sono finite. Tuttavia, nonostante si sentano parecchio a disagio, i danesi decidono di restare con la famiglia olandese.

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Certo che lo fanno, lo farebbe chiunque. E osservare questa semplice situazione, sebbene deprimente, rende questo piccolo film un successo. Come sottolinea Kevin Williamson, i film horror sono soliti offrire al pubblico una gradevole sensazione di superiorità. C'è qualcosa di soddisfacente nel guardare quegli sciocchi sullo schermo che si ostinano a intercettare ogni tipo di rumore strano, promettere che torneranno e girovagare in scantinati poco illuminati. In questo caso, non abbiamo questa fortuna. I personaggi sono estremamente attenti a rispettare i propri doveri sociali, qualunque essi siano, dovendo infine ammettere però che la loro intuizione iniziale era corretta. Ignorare tutti i segnali preoccupanti perché l’alternativa – apparire maleducati – è troppo orribile da prendere in considerazione. Per un film che dovrebbe mettere paura, Speak No Evil può sembrare troppo lento e sottile, anche se costringere gli spettatori ad aspettare ha il suo senso. Tafdrup inganna il suo pubblico, portandolo a chiedersi (proprio come quella povera coppia) se si stia inventando tutto o se ciascun malinteso possa essere dovuto a una barriera linguistica o a stili genitoriali differenti. In realtà sarebbe così se non fosse per la colonna sonora rivelatrice del film, che introduce l'elemento inquietante fin dall'inizio, sebbene le immagini ci mettano un po' più di tempo a rifletterlo.

Quando finalmente lo fanno, tutto diventa divertente e contorto. Il finale è decisamente inquietante, interessante e difficile da dimenticare, soprattutto perché lo spettatore deve trovare da solo la spiegazione a ciò che è accaduto, e perché. In generale, si tratta di quei piccoli dettagli che infastidiscono le persone e che, tuttavia, sono facili da ignorare, come quando qualcuno entra in bagno mentre sei sotto la doccia o ti viene servita carne in continuazione nonostante tu stia cercando di essere vegetariano. La domanda è: reagisci o sorridi e aspetti che tutto passi? In ogni caso, se questo è ciò che ottieni dall’essere gentile, forse è ora di abbandonare l'etichetta.

Speak No Evil è prodotto dalla danese Profile Pictures ApS e coprodotto dalla società olandese Oak Motion Pictures. TrustNordisk si occupa delle vendite internazionali, mentre la distribuzione a livello locale è gestita da Nordisk Film Distribution e September Film Distribution Netherlands.

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(Tradotto dall'inglese)

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