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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Diabolik

di 

- Nonostante l’iconica Jaguar E-Type nera, il film dei Manetti Bros tratto dal fumetto noir delle sorelle Giussani, è verboso, flemmatico e senza lampi

Recensione: Diabolik
Luca Marinelli in Diabolik

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dei fratelli Marco e Antonio Manetti (Ammore e malavita [+leggi anche:
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), tratto dallo storico fumetto delle sorelle Angela e Luciana Giussani? Proviamo a guardare da vicino il film sullo spietato criminale dagli occhi di ghiaccio, tuta nera e iconica Jaguar E-Type, uno dei brand italiani più tradotti nel mondo.

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L’impianto generale: i Manetti Bros. hanno tanti anni di esperienza alle spalle, una produzione indipendente sostenuta da Rai Cinema, con un budget complessivo alto per un film italiano, 10 milioni di euro. Un progetto industriale a lungo meditato, che prevede già Diabolik 2 e 3, un “tentativo di fare un prodotto forte e capace di impattare sul mercato”, come ha spiegato il produttore Carlo Macchitella. Un lodevole tentativo di creare una via italiana al cinecomic, come si sta facendo di recente, con alterni risultati, con La profezia dell’armadillo [+leggi anche:
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di Emanuele Scaringi dal fumetto di Zerocalcare (il quale è appena sbarcato con grande successo su Netflix con la serie animata Strappare lungo i bordi, La terra dei figli [+leggi anche:
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di Gabriele Mainetti (che però non si ispira a nessun fumetto in particolare). Con la sua scelta di essere intensamente vintage, retrò e analogico, il Diabolik dei Manetti sembra non tener conto dei gusti del pubblico dei cinecomic, che amano azione, velocità, stupore, umorismo nero. Diabolik non sorprende mai e gli inseguimenti in auto dei poliziotteschi anni 70 italiani a cui i registi pure si ispirano, erano molto più eccitanti e tecnicamente più spericolati. “Noi ci rivolgiamo a noi stessi, sperando che quello che ci piace piaccia anche agli altri. Non c'è un progetto di pubblico”, hanno dichiarato poco coerentemente i Manetti alla presentazione del film alla stampa.

Il precedente: il Diabolik 2021 si confronta con quello di 50 anni fa firmato dal maestro horror Mario Bava, definito un insuccesso da Dino de Laurentiis, che lo produsse (“non abbiamo fatto il Diabolik delle Giussani, ma uno 007 cattivo”), un film che non si prende mai sul serio, dalla sceneggiatura tremenda e la recitazione sotto il livello di guardia, ma che visivamente è una festa pop, fatta di  optical-art, psichedelia e colori smaglianti (e con le musiche di Morricone). Tutte caratteristiche che mandano in visibilio i fan del genere, tra i quali ci sono ovviamente gli stessi Manetti (e i Cahiers du cinéma ne lodarono l'impianto estetico). Il Diabolik odierno è lineare, verboso ed esplicativo, flemmatico, senza lampi.  L’assoluta amoralità che caratterizza il protagonista del fumetto non emerge mai. L’ambientazione originale anni 60 con scenografia e costumi che rimandano a quegli anni, filologicamente in linea con il fumetto, sembra non pagare in termini cinematografici. Lo spessore dei personaggi è sottile come una pagina di fumetto. Ma un film è un film, un fumetto è un fumetto. La narrazione transmediale in questo caso non riesce a creare un mondo in cui i diversi piani creativi e i diverso modi di fruizione si uniscono in un contesto narrativo comune.

I Manetti hanno infine potuto contare su attori, provenienti dal mini star-system italiano, del calibro di Luca Marinelli (conosciuto ormai a livello internazionale grazie al suo ruolo in The Old Guard), Miriam Leone (nei panni di Eva Kant), e Valerio Mastandrea (l’ispettore Ginko, alter ego di Diabolik) affiancati da Alessandro Roja, Serena Rossi e Claudia Gerini. Ma non tutti gli attori bravi possono interpretare tutti i ruoli, così come George Clooney non era adatto per l’infelice Batman & Robin di Joel Schumacher. La direzione dei Manetti ha richiesto una performance monocorde che inseguiva il fumetto, perfettamente eseguita dagli attori, con la sola eccezione di Miriam Leone, che ha infuso una nota di vivace femminismo nell’affascinante partner del criminale.

In sala in Italia dal 16 dicembre in 500 copie con 01, Diabolik è prodotto da Mompracem e Rai Cinema, in associazione con Astorina. Le vendite estere sono affidate alla tedesca Beta Cinema.

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Photogallery 15/10/2021: Roma 2021 - Red carpet: Manetti Bros

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© 2021 Fabrizio de Gennaro for Cineuropa - fadege.it, @fadege.it

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