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ZURIGO 2021

Recensione: Momentum

di 

- Edwin Charmillot presenta il suo primo lungometraggio, un breve e onirico scorcio nella vita di un’adolescente lost in translation

Recensione: Momentum
Sarah Bramms e Stéphane Monpetit in Momentum

Nato e cresciuto a Delémont, una cittadina del Canton Giura, Edwin Charmillot si è formato all’arte cinematografica in vecchio stile, imparando sul campo guidato da una passione per l’immagine in movimento che non l’ha mai abbandonato. Dopo aver girato e prodotto il suo primo film ICAR a soli 18 anni (2016), il giovane regista svizzero presenta allo Zurich Film Festival nel concorso Focus il suo lungometraggio di debutto Momentum, un viaggio intrigante ed etereo nel quotidiano di un’adolescente a fior di pelle.

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Malgrado il profumo inebriante delle vacanze estive, la sedicenne Emma (Sarah Bramms) preferisce rimanere a letto, in uno stato di dormiveglia che la protegge dal mondo. Le sue giornate sono ritmate dalla presenza rassicurante della sua migliore amica, confidente e valvola di sfogo che le permette di fuggire da una monotonia al contempo famigliare e soffocante. L’affetto e l’intimità che lega le due amiche non riesce però a contrastare il peso di un tragico evento famigliare ancora troppo recente per essere elaborato. Emma non riesce più ad approfittare di una spensieratezza che sembra ormai fare parte del suo passato come il fumo già dileguato della prima sigaretta. Un giorno, un misterioso ragazzo, Tom (Stéphane Monpetit), ritorna nel suo villaggio natale scombussolando il quotidiano di Emma. Dopo averlo osservato da una necessaria distanza di sicurezza, l’adolescente decide di abbordarlo. Tom e Emma sono uniti dal trauma di un incidente che li ha privati della presenza di uno dei genitori. Entrambi sono “ammaccati”, scombussolati dalla crudeltà di una vita che li ha già messi duramente alla prova. Malgrado una gioia che sembra in un primo momento guarirne le ferite, Emma si rende conto che nulla potrà spazzare via la malinconia che gli si aggrappa ossessivamente addosso.

Grazie ad una fotografia (curata dal regista stesso) elegante e nostalgica, i paesaggi del Giura si dispiegano in tutto il loro splendore. Edwin Charmillot riesce a catturare alla perfezione la dolce monotonia di un’estate passata in mezzo alla natura, al contempo compagna rassicurante e prigione dorata dalla quale è necessario fuggire per ricostruirsi. Emma confida a Tom di non aver mai pensato di andarsene dal suo paese, come se ne fosse incantata, vittima suo malgrado di una dolcezza che si trasforma con il passare del tempo in oppressione. Cosa succederebbe se Emma fuggisse dal suo quotidiano? Sarebbe forse più facile elaborare la perdita di una madre che le manca più di ogni altra cosa?

Sarah Bramms (vista recentemente in Kiss and Cry [+leggi anche:
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e Sophia Antipolis [+leggi anche:
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intervista: Virgil Vernier
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) interpreta con intensità ed eterea leggerezza un personaggio lost in translation che esprime con apparente impassibilità un mondo interiore in ebollizione. Edwin Charmillot cattura i suoi personaggi grazie a primi piani che sembrano volerli scrutare oltre la pelle. I dialoghi, ridotti ai minimi termini, accompagnano le immagini senza aggredirle, regalando ai volti dei personaggi uno strato supplementare di mistero. Momentum è un primo film forse ancora un po’ acerbo ma indubbiamente coraggioso (il regista ne firma anche la fotografia, il montaggio e la sceneggiatura nonché la produzione), leggero e poetico senza mai essere eccessivamente pretenzioso.

Momentum è prodotto da Edwin Charmillot in coproduzione con Micael Turberg e Fabien Lachat, anche cosceneggiatore del film.

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