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VENEZIA 2021 Settimana Internazionale della Critica

Recensione: They Carry Death

di 

- VENEZIA 2021: Helena Girón e Samuel M. Delgado costruiscono un'aspra e coraggiosa critica politica contro la versione ufficiale della Storia, sotto forma di film d'avventura ancestrale e organico

Recensione: They Carry Death
Xoán Reices, Valentín Estévez e David Pantaleón in They Carry Death

Qualcuno si tuffa in acqua: una, due, addirittura tre misteriose figure umane. Un grande telo li avvolge, li intrappola e ostacola i loro sforzi per nuotare via: combattono per sopravvivere, per fuggire, senza mollare quell'enorme vela di nave che trascinano con sé, come un tesoro prezioso. Così, nel bel mezzo di questa azione confusa, veloce e bella, ha inizio Eles transportan a morte [+leggi anche:
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intervista: Samuel M. Delgado e Helena…
scheda film
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, il primo lungometraggio firmato dal duo artistico formato dalla compostelana Helena Girón e dal canario Samuel M. Delgado, già autori di numerose performance, installazioni artistiche e cortometraggi (Irmandade, Plus Ultra, Montañas ardientes que vomitan fuego e Sin Dios ni Santa María). Il film (parlato in galiziano) è stato presentato alla 36ma Settimana Internazionale della Critica della Mostra di Venezia e sarà poi proiettato nella sezione Zabaltegi-Tabakalera della 69ma edizione del Festival di San Sebastian.

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La trama di questo film si svolge in un anno che ha cambiato il corso della storia: il 1942, data della scoperta dell'America. Durante quella spedizione verso territori allora sconosciuti, alcuni uomini (non esattamente dei santi, poiché per quell'incerto viaggio in capo al mondo furono reclutati dei prigionieri, interpretati da Xoán Reices, Valentín Estévez e David Pantaleón) si tuffano in mare, alle Canarie, dalle caravelle capitanate da Cristoforo Colombo, portando con sé una vela di nave. Naturalmente, saranno inseguiti da quelli che fino a quel momento erano i loro compagni, per recuperare quell'enorme drappo, necessario per attraversare l'oceano e completare la loro impresa. Da un'altra parte, e lontano da lì, in Galizia, una donna (Sara Ferro) cerca disperatamente aiuto per guarire la sorella morente, anche lei saltata – questa volta nel vuoto – per sfuggire a qualcosa, nel suo caso l'inquietudine. Tutti loro sono vicini alla morte, la evitano e al contempo la portano con sé.

Con questi personaggi e in ambientazioni naturali tanto belle quanto minacciose (girate a Ourense e Tenerife), i registi hanno costruito un film politico e, allo stesso tempo, di avventure naturalistiche, che mette in discussione la presunta epica di un momento decisivo per l'umanità, che è stato utilizzato per perpetuare miti culturali di dubbia etica e onestà, ereditati fino ad oggi. Perché forse certi eventi non sono stati così gloriosi come ci è stato raccontato...

Mettendo in discussione tutto ciò, il film trasmette le sensazioni di sopraffazione, ansia ed energia di quei ribelli che si dissociano (fino a boicottare) ciò che è socialmente accettato. Allo stesso tempo, i registi utilizzano immagini d'archivio e del film Alba de América (1951) di Juan de Orduña, quella mega produzione franchista che elogiava la figura dello scopritore, per costruire un universo inquietante, teso e a tratti selvaggio, che colloca questo film sconvolgente in un territorio tanto rischioso, oscuro, scomodo e ruvido quanto interessante, dove non tutti saranno disposti ad entrare.

Eles transportan a morte è una produzione delle compagnie spagnole Filmika GalaikaEl Viaje Films, in associazione con La Banda Negra (Spagna) e Blond Indian Films (Colombia). Bendita Film Sales gestisce le sue vendite e Begin Again lo distribuisce nei cinema spagnoli.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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