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VENEZIA 2021 Settimana Internazionale della Critica

Recensione: The Salamander

di 

- VENEZIA 2021: Il primo lungometraggio di Alex Carvalho è un film da dimenticare, soffocato da personaggi piatti e poco sviluppati e da una trama prevedibile

Recensione: The Salamander
Marina Foïs in The Salamander

Senza girarci intorno, il film d'esordio di Alex Carvalho, The Salamander [+leggi anche:
trailer
scheda film
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, presentato quest'anno alla Settimana Internazionale della Critica  al Festival di Venezia, è un film imperfetto. La storia, scritta dal regista stesso, segue Catherine, una donna francese sulla cinquantina (interpretata da Marina Foïs), che fugge in Brasile per raggiungere la sorella (Anna Mouglalis) e presumibilmente in cerca di un po’ di pace nella sua vita. Catherine sembra sopraffatta dai suoi confusi desideri di fuga, dalle pressioni accumulate dalla sorella e dalla fatica degli anni trascorsi a prendersi cura di suo padre, recentemente scomparso. Ma un incontro casuale cambierà la sua vita. Sulla spiaggia incontra Gil, un barista locale ventenne (Maicon Rodrigues), che le si avvicina con il pretesto di pubblicizzare una festa che si terrà quella sera nel locale in cui lavora.

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Dopo poche poche battute, e nonostante la barriera linguistica, Gil inizia a flirtare e riesce a convincere Catherine a spalmargli la crema solare su tutta la schiena. Questa scena da sola riflette la debole qualità sia della sceneggiatura che della messa in scena. Catherine inizia a fidarsi di un perfetto sconosciuto in un batter d'occhio, attratta solo dal bell'aspetto dell'uomo. Ben presto, tutto si trasforma in una storia molto prevedibile, in cui i due comunicano a malapena tra loro ma sperimentano subito una forte alchimia, rappresentata con una serie di scene di sesso (esplicitato in vari gradi). Nel frattempo, sua sorella continua ad avvertirla dei pericoli che corre nel fidarsi di Gil, nella speranza che, dopo aver trascorso un po' di "divertimento festivo", si risvegli finalmente alla realtà. Ma questo non accade. Catherine si innamora totalmente del misterioso giovane ed entra in una spirale che ovviamente la sta portando verso ulteriori guai e in seguito la vede coinvolta in uno schema – poco chiaro – che ha a che fare con una casa.

Tutti i personaggi finiscono per essere abbastanza detestabili, poiché sono guidati solo da interessi personali o opportunità di profitto. Tuttavia al film manca la giusta dose di cinismo, una qualche forma di satira o un altro espediente narrativo che giustificherebbe la presenza di così tanti individui senza cuore, e questa lacuna aumenta la distanza tra gli spettatori e la già lenta narrazione. Alla fine, non riusciamo nemmeno a entrare in empatia con Catherine, che è innegabilmente una vittima ma agisce anche in modo inverosimilmente ingenuo. Non capiamo davvero perché sia disposta a spendere tutta l'eredità di suo padre per acquistare una proprietà abbandonata e aprire un bar, per costruirsi una vita con quest'uomo, con il quale non può nemmeno avere una conversazione adeguata.

L'ultimo terzo del film, destinato a rivelare le motivazioni e i sentimenti reali di Gil, diventa ancora più caotico e irregolare. C'è sicuramente un po' di pathos e compassione nell'ultimo incontro dei due protagonisti ma, ancora una volta, le dinamiche che hanno portato ad esso e alla sua messa in scena sono sopra le righe.

Molte domande rimangono senza risposta o non vengono nemmeno affrontate. Perché Catherine continua a cadere in questa spirale discendente? Perché sua sorella non l'aiuta? Cosa li ha rese così distanti? Cosa rende Catherine così attaccata a Gil, al punto da perdere tutto, tranne la loro innegabile chimica sessuale? Perché non è spaventata dal presunto oscuro passato di Gil dopo aver visto che è sempre in fuga e ricercato da sconosciuti? Alcune risposte a queste domande avrebbero potuto rendere il debutto di Carvalho molto più avvincente.

The Salamander è prodotto dalla brasiliana N Filmes, le francesi Cinenovo e High Sea, la tedesca Sancinema.

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(Tradotto dall'inglese)

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