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BRIFF 2021

Recensione: Totem

di 

- Fred de Loof osa con una commedia in modalità slasher fantastica, un pastiche deliziosamente regressivo che segue un gruppo di adultescenti che rivivono il campo scout che ha cambiato la loro vita

Recensione: Totem
(sx-dx): François Neycken, Elliot Elleboudt, Quentin Marteau, Fred De Loof e Céline Peret in Totem

Fattosi notare con i suoi corti decisamente stravaganti (The Glorieux Peanuts, Les Pigeons ça chie partout o ancora Caca Boudin), Fred De Loof (che si occupa anche della prossima serie della RTBF, Baraki, primo format da 26 minuti per il canale pubblico francofono che sarà diffuso in autunno), firma con Totem [+leggi anche:
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, un primo lungometraggio realizzato con l’aiuto del Centro del Cinema e dell’Audiovisivo della Federazione Vallonia-Bruxelles e selezionato nella Competizione nazionale del Brussels International Film Festival, una commedia gioiosamente volgare, ricca di riferimenti al cinema di genere che il regista ha a cuore.

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Venti anni prima, è venuto a mancare in circostanze misteriose un membro scout, il giovane Ludovic. Venti anni dopo, Buffle (Fred De Loof) è ancora tormentato da questa scomparsa: il trauma emozionale prende la forma piuttosto inquietante di un Ratto Gigante che appare in ogni momento. Un ratto… Ma pensa un po’, come l’animale totem di Ludovic.

Così Buffle invita il suo vecchio gruppo scout (François Neycken, Quentin Marteau, Pablo Andres e Xavier Seron) a ritrovarsi in quel campo maledetto per passare un weekend di terapia di gruppo che dovrebbe permettergli di affrontare i loro vecchi demoni. Purtroppo, quando il piccolo gruppo scoprirà che al fondo della latrina non c’è niente meno che un passaggio spazio-temporale, le cose prenderanno una svolta inaspettata.

Siamo quindi di fronte a un fenomeno molto raro di latrina del tempo. Perché accontentarsi di riprodurre il passato quando lo si può rivivere?

Ma attenzione, non lasciatevi ingannare da questa commedia che coraggiosamente non risparmia le sue battute scatologiche: costituiscono il centro del suo dispositivo narrativo, poiché dietro alle battute da liceali si nascondono i veri problemi dei liceali. Attraverso i riti di iniziazione a cui il giovane Ludovic si sottopone, si delinea la questione del bullismo e, dietro ancora, la domanda che ultimamente suscita interesse: si può ridere di tutto?

Lasceremo a ognuno la libertà di farsi la propria opinione, ma è comunque evidente che molti rideranno guardando Totem, che ha battute infantili ma allo stesso tempo dichiarazioni d’amore per il cinema, moltiplica i riferimenti, si diverte con i cliché dei film sui viaggi nel tempo e dei film di serial killer. Wormhole, paradossi temporali, imitazioni, teoria del caos, quasi tutto avviene con allegria e con un gusto evidente per i giochi di parole.

Una commedia piacevolmente regressiva, così come la prestazione dei diversi attori, giovani e meno giovani, che si divertono sfiorando l’ingiuria e la caricatura.

Nel ruolo degli "adulti", ci sono dei visi ben noti del cinema belga contemporaneo. Fred De Loof, anche lui attore, interpreta il ruolo principale e al suo fianco c’è François Neycken, (ha co-scritto il film ed è apparso da poco in Escapada [+leggi anche:
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), Quentin Marteau (molto attivo nel mondo del teatro, visto anche in Sympathie pour le diable [+leggi anche:
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, o nella serie Moloch su Arte), Pablo Andres (umorista che presto vedremo in un genere del tutto differente, con Entre la vie et la mort [+leggi anche:
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di Giordano Gederlini), Céline Peret (conosciuta in Coquelicots) o ancora il regista Xavier Seron (che conferma qui davanti a noi il suo lato umoristico che ha già dimostrato dietro alla telecamera).

Totem è prodotto da 10.80 Films.

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(Tradotto dal francese da Sara Baroudi)

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