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CANNES 2021 Cannes Première

Recensione: Marx può aspettare

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- CANNES 2021: Marco Bellocchio, che riceverà la Palma d’Oro d’Onore, ha girato un documentario sulla tragica morte del fratello gemello, che ha ispirato molti suoi film

Recensione: Marx può aspettare
Camillo e Marco Bellocchio in Marx può aspettare

Nel cinema di Marco Bellocchio, oggi 81 anni, c’è sempre stata la presenza prepotente della sua stessa vita, della famiglia (la cui istituzione il maestro di Bobbio ha sempre ferocemente contestato), della morte. Il suo ultimo film documentario, Marx può aspettare [+leggi anche:
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, è forse la chiave di volta per interpretare i suoi film. Nel raccontare la morte del suo fratello gemello Camillo, suicida a soli 29 nel dicembre del 1968, che gli ha portato grande tormenti e sensi di colpa, Bellocchio ha voluto dare ai suoi spettatori l’elemento ultimo che ha ispirato i suoi processi creativi.

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Il regista presenta il film, che esce nelle sale italiane con 01 Distribution dal 15 luglio, nella nuova sezione Cannes Première del festival il 16, e riceverà la Palma d’oro d’onore nella cerimonia di chiusura il 17. Come ha detto Pierre Lescure, presidente del Festival di Cannes, Bellocchio “ha sempre messo in discussione le istituzioni, le tradizioni, la storia personale e collettiva. In ciascuna delle sue opere, quasi involontariamente, o almeno nel modo più naturale possibile, rivoluziona l'ordine costituito”. Con Marx può aspettare, il regista compie una vera e propria indagine all’interno della propria famiglia, intervistando i fratelli superstiti Letizia, Pier Giorgio, Maria Luisa, Alberto, per scoprire le cause della morte di Camillo. E mettendo a nudo debolezze e ipocrisie.

Con la voce narrante fuori campo del regista, il documentario assembla riprese fatte in occasione di una riunione a Piacenza per festeggiare vari compleanni, immagini di repertorio e materiale d’archivio personale, tra cui filmati in Super 8 in cui appare Camillo Bellocchio, accostandoli a sequenze tratte dai suoi film, come I pugni in tasca, Salto nel vuoto, Gli occhi, la bocca, L’ora di religione [+leggi anche:
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. Non è difficile notare come Bellocchio abbia affrontato negli anni i temi della follia, del suicidio, della religiosità, del rapporto genitori-figli attingendo alle vicende familiari.

Da questo piccolo film che più personale non si potrebbe, emerge il ritratto di Camillo, gemello che stava per morire asfissiato al momento del parto, che è cresciuto osservando i fratelli che si impegnavano politicamente in anni in cui si voleva cambiare il mondo, e mentre lui era un ragazzaccio simpatico con tanta voglia di divertirsi loro nel mondo entravano con determinatezza come intellettuali e artisti. In particolare Marco, il suo gemello, che comincia a ottenere i primi successi già nel 1965 con I pugni in tasca, miglior regia a Locarno, e La Cina è vicina, Leone d’Argento a Venezia nel 1967.

In una lettera al gemello, Camillo chiede se ci sia spazio per lui nel mondo del cinema. In una famiglia, spiega Bellocchio, caratterizzata dal deserto affettivo, in cui la parola d’ordine è sopravvivenza, nessuno si era accorto del profondo disagio del fratello minore, di un malessere che scaturiva dal confronto. Camillo non sa cosa fare della propria vita, si sente un fallito e in preda ad una crisi d’identità si impicca. Il racconto del ritrovamento del corpo da parte della madre e dei fratelli è straziante. Bellocchio, che al momento della morte è a Roma, racconta di averlo incontrato per l’ultima volta nel 1968, in piena “rivoluzione”. Come antidoto alla sua crisi esistenziale gli consiglia di servire il popolo contro la classe borghese.  Lui gli risponde “Marx può aspettare”, intendendo che ha ben altro che gli pesa nel cuore. Il regista userà quella frase in Gli occhi, la bocca nel 1982.

Marx può aspettare è una produzione Kavac Film, IBC Movie, Tenderstories con Rai Cinema. Le vendite internazionali sono di The Match Factory.

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