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DOCAVIV 2021

Recensione: Summer Nights

di 

- Il film premiato a Docaviv di Ohad Milstein è un documentario affascinante, tenero e intimo che esplora cosa significa essere un padre

Recensione: Summer Nights

L'ultimo documentario del regista israeliano Ohad Milstein, Summer Nights [+leggi anche:
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scheda film
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, ha trionfato al Docaviv, vincendo il Best Israeli Film Award (leggi la news). È un film intimo e tenero su cosa significhi essere padre.

Per fare questo, Milstein si concentra su suo figlio di sei anni, Alva. Il documentario si apre con la notte prima del primo giorno di scuola del ragazzo, e mentre il bambino cerca di addormentarsi nel letto con suo padre, inizia a fare domande difficili, sulla vita, la morte e Dio, ed è particolarmente interessato a quanti anni avrà il padre quando lui stesso ne avrà 86.

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Questa conversazione, probabilmente girata in più di una notte, fa da sottofondo, con la voce fuori campo, alle immagini di Alva durante la sua ultima estate prima della scuola. Sussurrano, per non svegliare la sorellina del ragazzo, creando un effetto ipnotico. Alcune sequenze sono anche oniriche, come quella di Alva in pigiama che si arrampica su una grande roccia, o l'inquadratura di una porta aperta ripresa dall'interno di una stanza, con le tende mosse dal vento, e oltre c'è quello che sembra essere un deserto. La colorazione è intenzionalmente spenta, quindi è difficile dire se è giorno o notte, o se la sfera nel cielo è il Sole o la Luna.

La mamma di Alva è svizzera e trascorrono parte dell'estate a Berna. Alva gioca con le farfalle mentre cammina con suo padre attraverso la pittoresca campagna svizzera. Il ragazzo ha anche la sua prima cotta, una bella vicina bionda, e chiede consiglio a suo padre su come avvicinarla.

Nonostante il brillante e curioso Alva sia presente in ogni scena, Summer Nights è un film sull'essere papà. Milstein ci presenta anche suo padre, chiedendosi prima perché avesse tenuto la foto di suo padre nascosta in un armadio. In un bel parallelo, il regista taglia in due momenti diversi i capelli di suo figlio e di suo padre – e nessuno dei due è soddisfatto del risultato. Naturalmente, più tardi, anche il nonno e Alva trascorreranno i loro momenti insieme, approfondendo il concetto e lasciando che lo spettatore rifletta sulle proprie domande riguardo le relazioni familiari, la crescita e l'invecchiamento.

Tecnicamente, Summer Nights è un capolavoro: passa senza intoppi tra le sequenze oniriche e quelle terrene grazie al montaggio ispirato dello stesso regista, nonché al sound design creativo di Shahaf Wagshal, che spesso funge da ponte tra i due modi e stati d'animo. La combinazione della colonna sonora originale di Ishai Adar e dei brani per flauto e archi di Vivaldi da "Le quattro stagioni" aggiunge un livello giocoso che, a volte, sembra autoironico.

Anche se è un cosa decisamente piccola e intima, Summer Nights offre un'esperienza visiva unica. Ci sono molti film intimisti per famiglie e molti film sperimentali, ma raramente queste due forme vengono messe insieme con un effetto così soddisfacente. Anche se è lungo solo 53 minuti, conforme al formato televisivo, questo film dovrebbe essere visto in una stanza tranquilla e buia con un grande schermo e potenti altoparlanti.

Ohad Milstein ha prodotto lui stesso questo film israeliano, con il supporto di KAN – Israeli Public Broadcast Corp, The New Fund for Cinema and TV e Mifal HaPayis.

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(Tradotto dall'inglese)

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