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CANNES 2021 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: A Chiara

di 

- CANNES 2021: Jonas Carpignano chiude la sua “trilogia di Gioia Tauro” con un film a metà tra documentario e finzione che racconta di una ragazza in una famiglia criminale

Recensione: A Chiara

Jonas Carpignano chiude la sua “trilogia di Gioia Tauro” con A Chiara [+leggi anche:
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- in anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2021 - che segue Mediterranea [+leggi anche:
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, presentato alla Semaine de la Critique di Cannes nel 2015, e A Ciambra [+leggi anche:
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, selezionato sempre alla Quinzaine quattro anni fa, dove aveva ricevuto la Label Europa Cinemas. Anche grazie al tocco magico della produzione esecutiva di Martin Scorsese, A Ciambra ha conquistato pubblico e critica in dozzine di festival e vinto in patria il David di Donatello alla migliore regia e al miglior montaggio.

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A Chiara può dirsi uno spin off di A Ciambra: dal quartiere-ghetto periferico della piccola comunità rom che dava il titolo al film, il regista e sceneggiatore nato a New York ha spostato la scena verso il centro della cittadina calabrese. Nel film, quando la protagonista Chiara Guerrasio (l’esordiente Swamy Rotolo) sconfina nella Ciambra con lo scooter di un’amica, Carpignano stabilisce un legame tra le due storie e rende una sorta di omaggio al precedente, con un toccante cameo del giovane Pio Amato, protagonista allora quattordicenne del film del 2017.

Il regista mantiene con A Chiara lo stesso stile, a metà tra documentario e finzione, che lo stesso Carpignano ai tempi del suo esordio aveva definito guerrilla filmmaking. Con umanità e un profondo sentimento di affetto il regista sposta la sua attenzione dagli immigrati clandestini ai rom, infine ad una ragazza di 15 anni, per raccontare con un angolo originale le famiglie della ‘ndrangheta, la mafia calabrese che ha ormai conquistato l’Europa.

Chiara è una ragazza normale, relativamente benestante in un ambiente in cui l’agiatezza viene tenuta nascosta. La vediamo correre sul tapis roulant in palestra, spettegolare con le amiche sul lungomare, ascoltare la trap italiana. La grande festa per i 18 anni della sorella maggiore Giulia sembra andare bene, nonostante l’atmosfera impregnata di machismo e un malinteso senso della famiglia. Ma poi l’auto del papà Claudio (Claudio Rotolo) viene fatta esplodere e per Chiara inizia l’incubo. Il padre sparisce e la mamma, Carmela (Carmela Fumo), non dà spiegazioni. “Una ragazza è meglio se non sa le cose”, è la frase ricorrente dei parenti. Chiara apre gli occhi su una realtà che non vedeva o inconsciamente voleva ignorare. Il padre è un membro del cartello del traffico di droga internazionale, era agli arresti domiciliari e ora è latitante, nascosto in chissà quale covo sotterraneo. Chiara è in bilico, deve decidere sul suo futuro, adeguarsi a tutto quello che la circonda, l’omertà, il crimine, l’opacità dei rapporti familiari, oppure accettare il programma del tribunale dedicato ai minori figli di appartenenti alla criminalità che l’affiderà ad una nuova famiglia, lontano dal luogo di residenza. Prima di prendere una decisione Chiara vuole a tutti i costi un confronto con il padre.

Tim Curtin fotografa la luce naturale rendendo tutto crudelmente reale e la camera è sempre stretta sul volto e sugli occhi indagatori e di perenne sfida della protagonista. Rispetto ai due lavori precedenti in A Chiara c’è più lavoro di scrittura, maggiore consapevolezza delle problematiche sociali (e giuridiche). E nella sua denuncia c’è una maggiore concessione all’aspetto finzionale, evidente ad esempio nei momenti di in cui vengono visualizzati i brutti sogni di Chiara. Curiosamente, la musica del film è stata composta dal regista statunitense Benh Zeitlin (Re della terra selvaggia, Wendy) e il suo collaboratore Dan Romer, che l’avevano anche fatto insieme per Mediterranea.

A Chiara è prodotto da Stayblack con Rai Cinema, Haut et Court, Arte France Cinéma e con il contributo del Ministero della Cultura italiano, con il sostegno di Eurimages e il CNC francese. Le vendite internazionali sono affidate a MK2 Films.

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