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FILM / RECENSIONI Italia / Francia

Recensione: La terra dei figli

di 

- Il nuovo film di Claudio Cupellini, tratto dall'omonima graphic novel di Gipi e ambientato in un futuro post-catastrofe, è l’ancestrale, inquietante specchio del presente

Recensione: La terra dei figli
Valerio Mastandrea e Leon de la Vallée in La terra dei figli

La pandemia ci ha mostrato la nostra fragilità e ha lasciato intravedere, con un po’ di pessimistica fantasia, un possibile mondo in cui le certezze sono crollate e la barbarie ha prevalso. È quello che accade nei romanzi e film di ambientazione post-apocalittica, e La terra dei figli [+leggi anche:
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di Claudio Cupellini non fa eccezione, raccogliendo molti topi del genere ma rivelandosi come un riuscito prodotto europeo di quel segmento di mercato.

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Cupellini, che ha firmato diversi lungometraggi premiati ai festival con protagonisti come Toni Servillo (in Una vita tranquilla [+leggi anche:
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) ed Elio Germano (in Alaska [+leggi anche:
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), ha liberamente tratto il suo nuovo film dall'omonima graphic novel di Gipi (Coconino Press – Fandango, considerata un piccolo capolavoro dai cultori dei fumetti. Realizzata in tempi non sospetti, nel 2016, la graphic novel di Gipi - che si è cimentato a sua volta nel cinema con Il ragazzo più felice del mondo [+leggi anche:
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e L’ultimo terrestre [+leggi anche:
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- è una cronaca da un imprecisato futuro post catastrofe che è l’immagine esacerbata di un presente incerto. Disegni in bianco e nero dal tratto essenziale per una storia diretta, devastante.

Cupellini ne ha ricavato un film superbamente ancestrale, acquatico e inquietante, girato tra il Delta del Po, la laguna di Chioggia e la straniante centrale dismessa di Porto Tolle, con movimenti di macchina ampi e nervosi e colori bruni e melmosi (la fotografia è dell’ungherese Gergely Pohárnok).  Il cast è ricco ed eterogeneo, e vai dai protagonisti, il bravo Paolo Pierobon e l’esordiente rivelazione Leon de la Vallée, ventenne rapper romano, alle star Valeria Golino e Valerio Mastandrea, che compaiono in ruoli secondari ma essenziali.

La fine della civiltà è arrivata, l’acqua e la terra sono pieni di veleni e di cadaveri, si sopravvive a stento. Tra i pochi superstiti ci sono un padre (Pierobon) e un figlio (de la Vallée), che vivono in una baracca sulle rive di un lago putrido. Il padre è duro, di poche parole, il figlio, che non ha nemmeno un nome, lo teme. È un ragazzo cresciuto senza sentimenti, nell’ignoranza del passato suo e dell’umanità. Assalito dal cane del vicino Aringo (Fabrizio Ferracane), lo uccide con il pugnale e lo porta a casa per scuoiarlo e mangiarlo. Il padre lo osserva crescere e sente che la propria fine è vicina. Il ragazzo lo spia mentre il padre scrive ogni sera su un diario parole che il figlio non sa leggere. Quando il padre muore, il ragazzo corre da quella che lui chiama la “strega” (Valeria Golino) per farsi spalancare la chiusa e affrontare il mondo esterno, trovare qualcuno che sappia leggergli il diario del padre. Lì fuori incontrerà due fratelli (Maurizio Donadoni e Franco Ravera) che coltivano la terra e tengono prigioniera, letteralmente in una gabbia, una ragazza di nome Maria (Maria Roveran). Con lei il ragazzo fugge verso una grande struttura abitata da una banda di superstiti, guidata da un capo spietato (Alessandro Tedeschi). Sarà compito del boia (Valerio Mastandrea), uccidere il ragazzo o dimostrare che la pietà e il rispetto per gli altri esseri viventi è ancora nei cuori dei sopravvissuti, tra le macerie della civiltà. 

Cupellini ostenta l’importanza della scrittura come memoria indelebile dell’umanità e  la funzione formatrice, simbolica, del padre, nel perenne conflitto con il figlio, in un’avventura brutale e suggestiva, che si apre alla vita.

Selezionato al concorso internazionale del prossimo Festival di Karlovy Vary, La terra dei figli è prodotto da Indigo Film con Rai Cinema in collaborazione con la francese WY Productions, con il sostegno della Regione Lazio - Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo. La distribuzione in Italia dal 1 luglio è di 01 Distribution, le vendite internazionali sono curate da True Colours.

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