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CINEKID 2020

Recensione: Romy’s Salon

di 

- Il titolo della regista olandese Mischa Kamp è un film intergenerazionale giusto e pieno di dolcezza di fronte alla fatalità della malattia

Recensione: Romy’s Salon
Vita Heijmen e Beppie Melissen in Romy’s Salon

Quando la dinamica sessantenne Stine acquista un nuovo registratore di cassa per il suo salone di parrucchiere, una cliente le chiede se pensa davvero che continuerà a lavorare per altri vent'anni: "Certo, perché no?" le risponde. Quello che Stine non sa ancora è che ha il morbo di Alzheimer e che la sua capacità di gestire un parrucchiere svanirà gradualmente... a meno che non subentri sua nipote di 10 anni, Romy. Romy’s Salon [+leggi anche:
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scheda film
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è un film intergenerazionale giusto e gentile di fronte alla fatalità della malattia, che ha fatto guadagnare a Mischa Kamp il Vitello d'oro per la miglior regia al Festival del cinema olandese 2020.

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Romy’s salon, lungometraggio ispirato all'omonimo libro della regista olandese Tamara Bos, ci immerge nella quotidianità di Stine (Beppie Melissen) e Romy (Vita Heijmen), tra il salone di parrucchiere e l'appartamento della nonna al piano di sopra, dove la bambina rimane dopo la scuola quando i suoi genitori, in procinto di divorziare, non possono prendersi cura di lei. Nel frattempo Romy va a scuola, vede sua madre che lavora in un ristorante di strada, mangia di tanto in tanto nello stesso ristorante cinese con il padre, quando quest'ultimo non è al lavoro o con la sua nuova fidanzata, e sogna di avere un cellulare. In Romy’s Salon, osserviamo il mondo ad altezza bambino, e capiamo subito che la nonna e la nipote di fatto si conoscono poco e che nessuna delle due è felice di questa convivenza imposta dalla madre di Romy. Ma quando Stine comincia a sbagliare nel dare il resto, a dimenticare dove mette i soldi, a mettere i piatti nel tostapane e a dormire in vestaglia a metà pomeriggio, lei che era abituata a stare così ben vestita, Romy si rende conto che è lei che dovrà prendersi cura di Stine e non viceversa. La giovane attrice Vita Heijem è accattivante nei panni di bambina responsabile, ansiosa di aiutare al meglio la nonna senza mai farla diventare infantile.

Ed è questa la bellezza del film, il rapporto di complicità che si crea gradualmente tra una nonna e sua nipote. Quest'ultima, che supplicava la madre di non andare al salone dopo la scuola, si ritrova ora a contare i minuti prima della fine delle lezioni per tornar nell'atmosfera morbida e accogliente del salone. L'aiuto reciproco e la solidarietà tra queste due generazioni appaiono come sospesi nel tempo attraverso la cinepresa di Mischa Kamp, e l'accuratezza e la semplicità con cui viene trattato il tema della malattia rende il film perfettamente accessibile ai bambini. Assistiamo anche al passaggio di testimone tra una nonna persa nei suoi ricordi d'infanzia in Danimarca e una bambina in cerca di punti di riferimento. Perché Romy's Salon è di fatto un film sulla famiglia. La malattia di Stine cambierà i rapporti tra personaggi appartenenti a tre generazioni diverse, aiutandoli ad avvicinarsi gli uni agli altri. Ma è anche un film sulla malattia e la degenerazione mentale. Tuttavia, Mischa Kamp evita di trattare l'argomento in modo troppo drammatico, il che rende il tema più accessibile. Il tono è allegro e pieno di speranza (shopping sfrenato e pomeriggio in un hotel di lusso) ma è accompagnato da scene aspre e toccanti in cui Romy rimane impotente di fronte alla demenza della nonna.

Interpretato in modo brillante dalle sue due attrici principali (Vitello d’oro alla miglior attrice per Beppie Melissen), Romy's Salon dipinge un bellissimo ritratto di una donna e una bambina, di età certamente lontane, ma di un dinamismo e una malizia infinitamente commoventi. Il film si conclude con una tortuosa fuga in Danimarca, dove una trova le tracce del proprio passato e l'altra si apre a nuovi orizzonti.

Prodotto dalla società Bos Bros Film & TV Productions e Leitwolf Filmproduktion, Romy’s Salon è venduto nel mondo dalla società canadese Attraction Distribution.

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(Tradotto dal francese)

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