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BERLINALE 2021 Encounters

Recensione: As I Want

di 

- BERLINALE 2021: Il primo lungometraggio della regista palestinese Samaher Alqadi documenta le proteste a seguito delle gravi aggressioni sessuali avvenute in piazza Tahrir nel 2013

Recensione: As I Want

Nel suo primo lungometraggio, intitolato As I Want [+leggi anche:
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, la regista palestinese Samaher Alqadi cerca di documentare le proteste – e la sua odissea personale – a seguito del brutale episodio di aggressione sessuale di massa avvenuta in piazza Tahrir, al Cairo, il 25 gennaio 2013. Gli attacchi, per lo più perpetrati da giovani uomini di età compresa tra i 20 e i 30 anni, hanno coinvolto donne di qualsiasi età. Gli stupratori hanno approfittato della confusione provocata dalla grande folla raccolta in occasione del secondo anniversario della rivoluzione egiziana.

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Il documentario, che partecipa alla sezione Encounters della Berlinale di quest'anno, vede Alqadi unirsi alla giusta battaglia delle donne egiziane. L'inizio delle riprese coincidono con la sua gravidanza e questo evento la spinge a riconsiderare il suo ruolo di donna, madre e figlia all'interno della sua famiglia e nella società musulmana. As I Want centra la sua narrazione su due livelli principali: uno tenta di documentare la crudele realtà delle rivolte e spesso presenta uno sguardo giornalistico, concentrandosi sulla dimensione "qui e ora" dei giorni prima della caduta di Morsi – cinematicamente poco originale, ma comunque istruttivo e degno di essere guardato; l'altro offre una visione più personale, mostrando gli effetti che il turbolento clima socio-politico e l'oppressione delle donne hanno avuto sulla regista stessa, sui suoi cari e sulla comunità in cui vive – qui, il lavoro di Alqadi acquisisce profondità spostando il suo approccio registico dal giornalismo alla narrativa.

In una scena, ad esempio, vediamo la regista chiacchierare in un parco con un gruppo di ragazze molto giovani che indossano l'hijab, che trovano il suo aspetto occidentale inadeguato e a cui è stato insegnato che "la voce di una donna è vergognosa". Un paio di ragazzi della stessa età si uniscono alla conversazione e sono d'accordo con le loro amiche. Dicono – sfoggiando un sorriso spensierato, pur mantenendo un tono deciso e diretto – che avrebbero divorziato da una donna come lei, che mostra troppo le gambe. In un'altra scena, il figlio di Alqadi sembra non rendersi conto di come e perché sua madre sia stata molestata, e la donna insieme al marito cercano di trovare le parole giuste per spiegare cosa è successo. Il film, inoltre, è intervallato dalle conversazioni immaginarie della regista con la madre, che le consentono di vivere una sorta di catarsi e di riscoprire il suo doloroso passato a Ramallah.

Una maggiore esplorazione di questa sfera più intima avrebbe probabilmente accresciuto in modo significativo il potenziale dell'intero lavoro. Tuttavia, As I Want rimane un film non-fiction piuttosto coinvolgente e, soprattutto, rappresenta un’offerta cinematografica forte contro l'oppressione delle donne nel mondo arabo.

As I Want è prodotto dalla norvegese Integral Films & Litterature, la francese Temps Noir, l’egiziana Prophecy Films LLC e la palestinese Idioms Films. L'agente di vendita mondiale non è stato ancora confermato.

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(Tradotto dall'inglese)

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