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SUNDANCE 2021 Midnight

Recensione: Fils de plouc

di 

- Con il loro primo lungometraggio, i fratelli Harpo e Lenny Guit realizzano una commedia singolarmente stravagante, ruvida e insolente

Recensione: Fils de plouc
(sx-dx) Harpo Guit, Maxi Delmelle, il cane Fresco e Chaïda Chaddy Suku Suku in Fils de plouc

Primo lungometraggio dei fratelli Harpo e Lenny Gruit, i cui cortometraggi completamente folli pubblicati sul loro canale YouTube hanno conquistato alcuni festival e riunito una piccola comunità di estimatori, Fils de Plouc [+leggi anche:
trailer
intervista: Harpo e Lenny Guit
scheda film
]
è stato presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival, nella sezione Midnight. E non è certo un caso che il film si ritrovi in questa sezione dedicata ai film "indisciplinati".

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Issachar (Maxi Delmelle) e Zabulon (lo stesso Harpo Guit) hanno un problema. Hanno perso Jack-Janvier, il cane della madre. Potrebbe essere un dettaglio per voi, ma per loro significa molto. Significa in particolare che per riaverlo sono pronti a tutto. Ad esempio, schiaffeggiare un bambino, travestirsi da cane o trucidare un pappagallino. Tanto per cominciare.

Fils de Plouc è sorprendente, certo. Questo primo lungometraggio insolente e abbagliante, traboccante (a volte molto) di un'energia irriverente e di un presunto gusto per la provocazione, evoca un cinema dallo spirito punk, fatto in casa, dove ogni nuova scena sfida la precedente quanto a provocazione e cattivo gusto. Sapere che il film inizia su una scena delirante di coprofagia, dà un'idea gustosa del seguito. E invita lo spettatore o la spettatrice ad accettare di farsi maltrattare un po’.

Quindi certo, a volte i fratelli Guit sembrano un po' a ruota libera (un tributo sicuramente alla loro casa di produzione), ma questo fa parte del fascino del film e della sua freschezza. L’insieme fa pensare a una barzelletta un po' dubbia ma comunicativa, un film fatto tra amici, ma non quelli che di solito escono nei cinema, no, piuttosto quelli che ci si scambia ridacchiando sulle chat. Tuttavia, il film è una sorta di "happening" selvaggio, che eleva l'estetica home-made al rango di arte, declinata in più formati. Un delirio pop, determinato a fare tutto il possibile per scioccare lo spettatore – includendo quest’ultimo nel gioco, con un'abnegazione che suscita se non ammirazione, almeno rispetto.

Come Issachar e Zabulon, che corrono dietro al loro cane, alla loro madre, al loro pasto, il film corre dietro al fantasma di un cinema felice e sgangherato, imitando le scene d'azione da due soldi, divertendosi con i cliché, tirando fuori pistole e madri pazze.

E se Fils de Plouc fosse in definitiva una sorta di improbabile remix di Fuori orario e Scemo e più scemo, passato attraverso il filtro di questi due sporchi ragazzini con (decisamente cattivo) gusto per la provocazione e l'estetica casalinga, e deterritorializzato nelle strade un po' sporche di una Bruxelles ben lontana dai merletti della Grand Place, ma decisamente calda e telegenica?

Qui siamo lontani anni luce dal “cinéma de papa”, e sì, il risultato è spesso volentieri maleducato, a volte veramente volgare, e potrebbe non piacere a una parte del pubblico, quello non pronto a lasciarsi dolcemente molestare da questo film divertente, folle e insolente. Ma per gli altri... possiamo già immaginarne il passaparola fra amici, tra un ammiccamento e l’altro.

Fils de Plouc è prodotto da Roue Libre Production, nell’ambito di un bando lanciato dal Centro del cinema e dell'audiovisivo della Federazione Vallonia-Bruxelles, destinato a film prodotti in condizioni leggere, sia per il budget ridotto, sia per i tempi brevi. È venduto a livello internazionale dalla società di Bruxelles Best Friend Forever.

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(Tradotto dal francese)

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