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GIJÓN 2020

Recensione: 9 fugas

di 

- Fon Cortizo sorprende con una sorta di musical molto originale che, senza trascurare il suo messaggio, regala un'armoniosa sinfonia di suoni inaspettati, abbinati a un gioco di specchi temporali

Recensione: 9 fugas

Non sorprende che 9 fugas, lungometraggio del galiziano Fon Cortizo (Vigo, 1978), sia piaciuto alla giuria della selezione Retueyos della 58ma edizione del Festival internazionale del cinema di Gijón, conclusasi lo scorso fine settimana; non sorprende nemmeno che detto conclave di giudici abbia deciso di assegnargli il premio per il miglior film, condiviso con il film polacco Marygoround [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Daria Woszek
scheda film
]
di Daria Woszek (leggi la news).

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Non sorprende perché è un lungometraggio affascinante, dall'inizio alla fine. In esso, la figura del narratore è esercitata dalla Orquesta Fugaz de Improvisación Industrial, che crea suoni da strumenti convenzionali e altri meno usuali che trova nella natura, in città, in una zona portuale... Così, mani che accarezzano un ponte di acciaio, nocche che colpiscono un bicchiere, un nastro da pacchi o il traffico stesso diventano generatori di stimoli sonori che punteggiano quei nove pezzi o sezioni a cui fa riferimento il titolo.

E siccome questa musica (diegetica) scorre liberamente durante il film, anche le storie che contiene lo fanno, intrecciandosi tra loro, riflettendosi, in una coreografia immersiva che ingloba l'umano e l'ambiente circostante. Allo stesso tempo, i personaggi rompono i limiti della narrativa convenzionale per andare oltre la propria esistenza e immergersi in quella degli altri, costruendo nel film un universo a sé unico, ma riconoscibile.

Con il paesaggio galiziano, i suoi mercati del pesce e i suoi famosi segni particolari come sfondo mutante, i nove capitoli del lungometraggio danno risalto al suono come all'immagine, al passato come al futuro, al dialogo (con alcuni giochi di parole) come alla suggestione, costruendo un'atmosfera accattivante e poetica, nata in gran parte dall'improvvisazione.

Dedicato alla memoria e con il femminile come protagonista, il film si pone come una favolosa polifonia di rivendicazioni, letture possibili e vendette, fughe e sogni ad occhi aperti, con ombre e tanta acqua (e fango). Un film in cui qualcuno, in un dato momento, grida “La paura è il diavolo!”: quel diavolo non sembra interessare Fon Cortizo, poiché ha orchestrato – senza paura del rischio – uno dei titoli spagnoli più originali dell'anno.

Cortizo è autore di cortometraggi pluripremiati come Aysha e Americano (su Emanuel Xavier, imbroglione e cammello prima di diventare una figura di spicco di Spoken Word a New York), nonché responsabile del lungo Contrafaces (2015), presentato in anteprima al festival svizzero Visions du Réel, e del documentario CEF 100% (2012). Attualmente ha due progetti in cantiere: Letters through the wall (no fiction) e The wonderful and boring life of Micah P. Hinson, incentrato sulla figura del cantante americano.

9 fugas, con sceneggiatura dello stesso Fon Cortizo e con dialoghi in galiziano, è una produzione di Xas films e A sombra Cinema, con il supporto di AGADIC.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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