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BLACK NIGHTS 2020 Concorso Opere prime

Recensione: The Penultimate

di 

- Il primo lungometraggio di Jonas Kærup Hjort è un'opera complessa, kafkiana, piena di assurdità, umorismo nero e simbolismo

Recensione: The Penultimate
Joen Højerslev in The Penultimate

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intervista: Jonas Kærup Hjort
scheda film
]
di Jonas Kærup Hjort è uno dei titoli presentati al Festival Black Nights di Tallinn di quest'anno, nella sezione competitiva Opere prime. Prima di scrivere, montare e dirigere questo film, Kærup Hjort, allievo della National Film School of Denmark, ha lavorato al premiato cortometraggio In a Month.

Il film si apre con una ripresa estremamente lunga che ritrae una figura umana che cammina accanto a un asino in una pianura nebbiosa e desolata. L'uomo in seguito lega il suo compagno di viaggio a un albero spoglio e si avvicina a un gigantesco edificio grigio. Una volta entrato, gli spettatori vengono informati che l'uomo è il nuovo "ispettore dell’acqua" (Joen Højerslev), incaricato di registrare i contatori dell'acqua dei residenti. Quello che segue è un viaggio grottesco e inquietante in un enorme edificio che si rivela essere un labirinto infinito. Il luogo funge da trappola per l'uomo e lo costringe ad affrontare una serie di personaggi bizzarri e di forte impatto, capovolgendo costantemente la sua percezione della realtà, la sua razionalità e il significato dell'esistenza umana.

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Un elenco non esaustivo degli strumenti artistici impiegati da Kærup Hjort e dalla sua troupe per rendere questo labirinto "mentale" e raccontare la storia dell'ispettore dell'acqua include una mise en espace ispirata a quella del "teatro povero" del maestro polacco Jerzy Grotowski (la maggior parte degli ambienti sono spogli e l'uso di oggetti di scena è limitato a quelli indispensabili, spesso portatori di significati simbolici potenti); dialoghi e circostanze che riecheggiano il lavoro del teatro dell’assurdo di drammaturghi come Samuel Beckett, Harold Pinter ed Eugène Ionesco; un cast eccezionale di attori, scelti per il loro sorprendente physique du rôle, nonché la splendida fotografia di Jacob Sofussen e l'elegante scenografia di Sabine Hviid e Kristina Kovacs, capace di fornire un forte appeal visivo giocando abilmente con polvere, fumo, luci e ombre.

Attraverso gli episodi contorti e surreali vissuti dall'ispettore dell'acqua, The Penultimate esplora e tratta, in molti modi diversi, il ruolo svolto dalla morte, dall'amore, dalla pressione sociale, dal lavoro e dall'incomunicabilità nella nostra esistenza. Il film inoltre non manca di momenti divertenti, umorismo nero e situazioni grottesche che spesso emergono per intrattenere gli spettatori. Una volta che lo spettatore entrerà nell'edificio insieme all'ispettore dell’acqua, potrà o amare l'universo sconcertante che lo circonda, oppure sentirsi disorientato, alla ricerca di spiegazioni pienamente razionali. Il primo approccio è il migliore per godere appieno dell'esperienza cinematografica proposta da Kærup Hjort, in quanto consente di concentrarsi sui forti contenuti allegorici e simbolici del film, piuttosto che cercare invano la linearità tipica della maggior parte dei film.

Kærup Hjort traspone con successo sul grande schermo lo "spirito" teatrale e letterario e le atmosfere dei romanzi di Kafka e del teatro dell'assurdo, superando gli evidenti limiti della performance dal vivo e ampliando l'esperienza con la giusta grammatica cinematografica. The Penultimate è un titolo imperdibile di questa folle stagione di cinema.

Il film è prodotto dallo studio danese Tambo Film. Le sue vendite internazionali sono affidate alla società di base a Roma TVCO.

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(Tradotto dall'inglese)

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