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BLACK NIGHTS 2020 Concorso

Recensione: The Sign Painter

di 

- Viesturs Kairiss mostra che puoi ridipingere la Storia quanto vuoi, ma rimarrà sempre quella

Recensione: The Sign Painter
Davis Suharevskis in The Sign Painter

Conosciuto per The Chronicles of Melanie [+leggi anche:
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, il regista lettone Viesturs Kairiss continua a parlare di guerra in The Sign Painter [+leggi anche:
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, in concorso al Festival Black Nights di Tallinn di quest’anno. Stavolta, la guerra colpisce una bella cittadina e, sebbene all'inizio i cambiamenti siano lenti (i primi 20 minuti del film si svolgono a bordo di un lago), presto le cose precipitano, e il simpatico pittore Ansis (Davis Suharevskis) non può più far finta di niente.

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La delicatezza dell'ambientazione, lontana dall'inesorabile oscurità di The Chronicles, ha un retrogusto amaro. Anche se sembrano tutti abbastanza perbene, l'interesse di Ansis per una ragazza ebrea fa scattare la reazione "non scherzare con gli ebrei, hanno ucciso Gesù". Con l'avvicinarsi della Seconda guerra mondiale, i vecchi pregiudizi rimangono, ma nuove ideologie vanno e vengono e il giovane è costretto a cambiare i nomi delle strade così spesso che la vernice non si asciuga mai. Questi cambiamenti rivelano qualcosa che prima era nascosto e che impedirà al giovane uomo di vedere la sua città allo stesso modo.

The Sign Painter, basato sul romanzo di Gunars Janovskis, è abbastanza coinvolgente, sebbene si riveli troppo lungo e vecchio stile, con inquadrature troppo calcolate – il tipo di dramma storico che piace tanto agli elettori del Golden Globe. Eppure il protagonista che Kairiss ha scelto è interessante: un uomo ingenuo, troppo insicuro per combattere per i suoi interessi, e che insegue donne dominanti come un piccolo cervo. Ansis potrebbe innamorarsi di Zisele (Brigita Cmuntová) e usare la sua scala da pittore per bussare alla sua finestra di notte, ma la sua passività e il fatto che, a un certo punto del film, faccia letteralmente cadere il suo pennello sulla gonna di una donna, complicano effettivamente le cose.

È la storia di un triangolo amoroso fallito, tra le altre cose. Nel complesso, Kairiss mantiene uno stato d'animo leggero, con l’ausilio di una colonna sonora che sembra un'energica banda di paese che segue il protagonista per tutto il film. Ma le mani di Ansis iniziano a dolere a forza di dipingere e il male prevale in una comunità sempre più ostile che cerca di dare un senso a un'autorità in continuo cambiamento, così come cambiano i busti dei leader politici che vengono trasportati su e giù dalle scale. Ciò coinvolge anche le donne nella sua vita, dal momento che l'ebrea Zisele "sostiene i russi", mentre Naiga (Agnese Cirule) si identifica con l'ideologia nazista. Da parte sua, Ansis cerca di rimanere neutrale, ma come afferma Agnieszka Holland nel suo film Charlatan [+leggi anche:
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: “Anche chi pensa di essere al di fuori della politica si renderà conto che la politica è interessata a lui; cioè lo sta usando e può distruggerlo”. Oltre a procurargli dolore alle mani.

The Sign Painter è prodotto da Guntis Trekteris per Ego Media (Lettonia) e coprodotto da Artbox (Lituania), ed è venduto nel mondo da EastWest Filmdistribution.

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(Tradotto dall'inglese)

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