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BLACK NIGHTS 2020 Concorso opere prime

Recensione: Should The Wind Drop

di 

- Il primo lungometraggio di Nora Martirosyan, etichettato Cannes 2020, solleva il velo su un territorio alla ricerca di esistenza, identità e confini. Un film di finzione superato dall'attualità e dalla guerra

Recensione: Should The Wind Drop
Grégoire Colin in Should The Wind Drop

"Si chiama vivere su un vulcano. Non sai mai quando si sveglierà". Mettendo il Nagorno-Karabakh al centro della trama del suo film Should The Wind Drop [+leggi anche:
trailer
intervista: Nora Martirosyan
scheda film
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, doppiamente etichettato al Festival di Cannes 2020 (dalla Selezione ufficiale e dall’ACID), menzione speciale a Namur, premio speciale Meet The Neighbors a Salonicco e ora presentato al 24° Festival Black Nights di Tallinn (nel concorso opere prime), la regista residente in Francia Nora Martirosyan era ben consapevole del rischio che il pesante conflitto (più di 30.000 morti) che aveva infuocato tra il 1991 e il 1994 questa piccola regione transcaucasica potesse riscoppiare. Quest’ultima rivendicò la propria indipendenza al momento della disgregazione dell'URSS, e questo provocò una guerra che coinvolse i suoi vicini, Armenia e Azerbaigian. In autunno, purtroppo, le ostilità sono riprese per sei settimane di combattimenti mortali, fino a quando un accordo di cessate il fuoco (negoziato sotto l'egida della Russia) il 9 novembre non ha determinato una ridistribuzione geografica delle aree controllate dai separatisti armeni e l’esercito azero.

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Questo nodo geopolitico (perché bisogna aggiungere Turchia e Iran come protagonisti) dalle tragiche e profonde conseguenze umane, che ora è tornato in prima pagina dopo che per più di due decenni ne hanno parlato solo gli esperti di relazioni internazionali, la regista lo affronta con un approccio modesto e originale: l'arrivo in Nagorno-Karabakh di Alain (Grégoire Colin), un francese incaricato di una perizia sul nuovissimo e deserto aeroporto costruito alla periferia della capitale, Stepanakert. La sua missione: autorizzare o meno un'apertura che segnerà un notevole passo avanti nel processo di riconoscimento ufficiale della piccola repubblica autoproclamata e nella sua uscita dall’isolamento.

Arrivando dopo otto ore di macchina da Yerevan, attraverso il corridoio di Latchine che taglia le montagne, Alain ignora totalmente il vissuto e le problematiche legate a questo territorio sperduto in mezzo al nulla. Tra analisi tecniche (25 metri di collina sono stati tagliati per consentire il passaggio degli aeromobili; la distanza esatta dal confine stabilita dall'accordo di cessate il fuoco è controversa, il che complica la valutazione di Alain delle procedure di atterraggio, determinata in base alla forza del vento, ecc.), pressioni ufficiali e mediatiche, e la scoperta della realtà e delle convinzioni del paese – in particolare attraverso il suo incontro con Edgar (Hayk Bakhryan), un ragazzino impegnato in un curioso commercio d'acqua "miracolosa" intorno all'aeroporto – Alain il ragionevole e incorruttibile occidentale metterà alla prova i propri limiti e si metterà in pericolo...

"È un piccolo paese, rotondo come la Terra. Cammini avanti e fai il giro". Svelando con pazienza e intelligenza le diverse sfaccettature di un microcosmo (l'individuo, l'aeroporto, il territorio), la sceneggiatura scritta da Nora Martirosyan, Emmanuelle Pagano, Olivier Torres e Guillaume André, non solo riesce a restituire l’ampiezza del soggetto (la sua dimensione di geopolitica internazionale, i temi dell'identità e dei confini), ma consente anche di trovare un buon equilibrio tra un'esplorazione quasi documentaria (in paesaggi molto suggestivi) e colpi di scena drammaturgici (incendio, incursione notturna nel bosco che funge da prima linea) mantenendo un filo di tensione in un'opera che, visti i recenti sviluppi, è allo stesso tempo un riflettore che illumina il presente e un pezzo di archivio storico.

Prodotto dalla società francese Sister Productions con i tedeschi di Aneva Production e i belgi di Kwassa Films, Should The Wind Drop sarà distribuito in Francia da Arizona il 21 gennaio 2021. Le vendite internazionali sono guidate da Indie Sales.

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(Tradotto dal francese)

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