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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Movida

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- Il docufilm d’esordio di Alessandro Padovani, vincitore al 14° SalinaDocFest, mostra una provincia italiana in via di spopolamento attraverso lo sguardo dei più giovani

Recensione: Movida

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ma non è la vita notturna e il divertimento sfrenato quello che documenta il film d’esordio del regista 27enne Alessandro Padovani, vincitore del premio Tasca D’Oro per il miglior documentario al 14° SalinaDocFest. Il festival del documentario narrativo diretto da Giovanna Taviani, che quest’anno si svolge in due parti (18-20 settembre a Roma; 24-26 settembre a Salina, in Sicilia), dedica la sua edizione 2020 al tema “Giovani/L’età giovane”, ed è proprio attraverso lo sguardo di bambini e adolescenti che il docufilm di Padovani racconta la realtà di una provincia italiana in via di spopolamento.

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Siamo a Feltre, provincia di Belluno, in Veneto. Movida è il nome di una giostra frequentata dai giovani del luogo, una delle poche attrazioni della zona, per il resto dominata da case, scuole e stabilimenti abbandonati, bellamente incorniciati dalle Dolomiti. Povera fino agli anni Sessanta, poi protagonista di un rapido sviluppo negli ultimi decenni del secolo scorso, la provincia bellunese sta vivendo ora una nuova crisi. Come la foresta che conta i suoi alberi abbattuti, sui quali il regista punta più volte il suo obiettivo, la popolazione si assottiglia, in cerca di nuove opportunità altrove.

Ma non è sulla nostalgia dei tempi andati e sullo sguardo dei vecchi abitanti che si sofferma Padovani, che ha scritto la sceneggiatura con Lorenzo Bagnatori. Al contrario, Movida ritrae i giovani del luogo, in tutta la loro vitalità. Un gruppo di bambini gioca alla guerra con armi di legno nella foresta; un adolescente aiuta suo padre pastore a pascolare le pecore, chiedendosi se quello è il suo futuro; altri adolescenti si divertono a costruire tricicli a motore, con cui sgasare nei parcheggi e tra i capannoni fatiscenti. È estate, regna la spensieratezza. Fino a quando uno di loro non annuncia l’imminente trasferimento suo e della sua famiglia in un’altra regione.

Essenziale e compatto (dura in tutto 68 minuti), Movida è un docufilm di poche parole e molte suggestioni, reale e poetico allo stesso tempo, con l’aggiunta di un misterioso personaggio di finzione incarnato dall’attrice Grazia Capraro, che si aggira in case ed edifici abbandonati riaccendendo la memoria. Efficace in questo senso è l’idea degli autori di mostrarci stralci di vita quotidiana e il passato di quei luoghi tramite brevi filmati amatoriali e di repertorio che partono quando la donna tocca un oggetto (che sia un fiasco di vino vuoto o una vecchia foto appesa a una parete); filmati che con un montaggio veloce di volti, paesaggi, neve, tramonti, matrimoni, corse d’auto, bambini che giocano, persone che ridono, testimoniano con immediatezza e sincerità, e senza alcuna retorica, che in quei territori un tempo c’era una vita felice e piena.

Movida è una produzione MIUR (ministero dell’Istruzione) e MIBAC (ministero dei Beni culturali), Liceo Dal Piaz di Feltre (Belluno), nell’ambito del Piano “Cinema per la Scuola, Visioni Fuori Luogo”, promosso dai due ministeri, in collaborazione con Haapar.

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