email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

MIA 2020

La terza conferenza del MIA esplora i piani dell'Europa per ricostruire l'industria televisiva post-coronavirus

di 

- La discussione virtuale, che si è svolta il 12 giugno, ha visto la partecipazione di sette relatori del settore

La terza conferenza del MIA esplora i piani dell'Europa per ricostruire l'industria televisiva post-coronavirus
I partecipanti alla terza conferenza online del MIA, “Piani europei per ricostruire l'industria televisiva"

La terza conferenza online del MIA Mercato Internazionale Audiovisivo, intitolata "Piani europei per la ricostruzione dell'industria televisiva", si è svolta il 12 giugno ed è stata organizzata in collaborazione con CEPI, il Coordinamento Europeo dei Produttori Indipendenti. Il dibattito di 80 minuti, moderato dal giornalista cinematografico Nick Edwards, ha visto la partecipazione di sette prestigiosi relatori del settore – Elena Lai (segretaria generale CEPI), Filip Bobiňski (CEO della società ceca Dramedy Productions), Dariuz Jablonsky (CEO della polacca Apple Film), Nicola Söderlund (proprietario e consigliere delegato della svedese Eccho Rights), Nicola De Angelis (CEO dell'italiana Fabula Pictures), Thomas Saignes (capo del dipartimento internazionale presso la francese Cinétévé) e Ran Tellem (capo dello sviluppo dei contenuti internazionali presso la spagnola Mediapro Studio).

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Dopo le osservazioni di apertura del moderatore, è stata data la parola a Lai, la quale ha spiegato che CEPI ha condotto un'iniziativa di mappatura per calcolare l'impatto economico della crisi, che ha definito "un compito noioso, ma cruciale, per guidare le decisioni della Commissione europea sui finanziamenti nel miglior modo possibile”. L'indagine dell'organizzazione ha rilevato che il 66% dei suoi membri ha dovuto interrompere la produzione cinematografica e che molti produttori hanno dovuto rescindere i contratti con terzi. Inoltre, nonostante gli sforzi positivi compiuti dagli organismi nazionali (soprattutto in termini di attuazione dei protocolli sanitari), Lai ha evidenziato tre cose che sono di primaria importanza per garantire il recupero del settore: la creazione di un database intuitivo che mostri tutte le opportunità di finanziamento, l’aumento di cash flow che consentirebbe a grandi e piccole strutture di sopravvivere alla recessione, e l'approvazione di misure assicurative specifiche per proteggerle da una seconda ondata.

Successivamente, Jablonsky (anche membro dello European Producers Club) ha parlato del piano di salvataggio in dieci punti dell'associazione proposto a metà marzo e del ruolo della crisi del coronavirus nel rivelare le debolezze del settore, come la mancanza di sicurezza sociale per la maggior parte della sua forza lavoro, che sono liberi professionisti o freelance. Parlando del mercato polacco, ha dichiarato: "All'inizio di marzo sono state interrotte oltre 160 produzioni, ma i set stanno ripartendo lentamente, nel rispetto delle misure di sicurezza".

Nel frattempo, Bobiňski ha riferito che le riprese di film nella Repubblica Ceca sono ricominciate a maggio e che i test per gli attori non sono più obbligatori. Tuttavia, molti li stanno ancora eseguendo per precauzione. In generale, il limitato impatto dell'epidemia nel paese ha consentito a cast e crew di tornare sul set senza troppe preoccupazioni.

Söderlund ha confermato che, nonostante tutto, la Svezia "ha continuato a produrre tutto il tempo" e, finora, i protocolli si sono dimostrati efficaci, poiché non sono stati riportati casi di COVID-19 relativi a riprese cinematografiche. Più tardi, De Angelis ha osservato che le troupe italiane sarebbero tornate sul set il 22 giugno e che, fortunatamente, i finanziamenti dei pubcaster locali non sono cambiati, mentre le emittenti private stanno subendo gravi perdite legate alla pubblicità. In aggiunta, il produttore italiano spera che lo Stato proverà a rivitalizzare il settore con disposizioni aggiuntive.

Tellem ha affermato che durante la pandemia sono stati lanciati cinque show e alcuni di essi erano stati finalizzati prima dell'inizio dell'epidemia, mentre altri erano già in post-produzione. Anche se "l'unica cosa positiva di questo strano periodo è che le persone hanno ancora più fame di grandi contenuti" e i budget saranno significativamente più ridotti, Tellem ha sostenuto che questa crisi potrebbe favorire collaborazioni internazionali più solide. Comunque, i creatori dovrebbero cominciare seriamente a pensare a produzioni che "possano essere girate in un solo posto" (un paese, in questo contesto).

Parlando di scenari e coproduzioni future, Lai è fiduciosa che, per ovvie ragioni, "la ripresa del settore dell'animazione sarà leggermente più veloce", mentre Jablonsky crede che il cosiddetto "Europudding" e il modello di produzione americano (dove "voli in molti paesi con la tua squadra e le tue attrezzature”) non sarà più praticabile. D'altra parte, il modello di coproduzione di The Pleasure Principle (diretto dallo stesso Jablonsky), in cui il cast e la troupe sono di provenienza locale, sarà ancora possibile. Infine, Saignes è anche molto fiducioso riguardo al futuro delle opportunità di coproduzione, soprattutto se i nuovi modelli richiedono budget più limitati. A questo proposito, ha affermato che le emittenti saranno felici di spendere "600.000 euro per episodio anziché 1 milione di euro per lo stesso tipo di qualità". In un'altra nota positiva, De Angelis ha concluso che la crisi potrebbe favorire lo sperimentalismo e forse essere un'opportunità per dare voce a nuovi e unici talenti e visioni del mondo.

L'edizione 2020 del MIA si svolgerà dal 14 al 18 ottobre.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy