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FILM / RECENSIONI Ungheria / Romania / Svizzera / Regno Unito

Recensione: Treasure City

di 

- Szabolcs Hajdu presenta il primo grande film ungherese lanciato direttamente in VOD. Un sottile intreccio di storie urbane notturne che esplorano il lato oscuro delle relazioni umane

Recensione: Treasure City
Abel Korokvay e Lujza Hajdu in Treasure City

Bugie e mezze verità, tentativi di dominazione psicologica e vulnerabilità, usura e conflitti coniugali, disaccordi educativi, escalation verbali e sbandamenti, derisione, umiliazioni e minacce, attivismo politico e paura, solitudine, complicazioni sentimentali e gap generazionale, comunicazione e stregoneria, tutto sullo sfondo della onnipresente propaganda di Stato fascista: orchestrando in una notte e in una città un sofisticato crossover di personaggi, il regista ungherese Szabolcs Hajdu consegna con il suo nuovo film, Treasure City [+leggi anche:
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, un'opera che esplora profondamente l'intimità degli umani di oggi. Un film che gioca con i confini delle emozioni difficili da contenere, stilisticamente vario e molto sobrio (in un registro volutamente non ostentato) che è anche il primo lungometraggio di un regista magiaro affermato a livello internazionale (White Palms [+leggi anche:
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intervista: Szabolcs Hajdu
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alla Quinzaine des Réalisateurs 2006, Bibliothèque Pascal [+leggi anche:
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al Forum della Berlinale 2010, Mirage [+leggi anche:
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a Toronto nel 2014, It’s Not the Time of My Life [+leggi anche:
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vincitore dei titoli di miglior film e miglior attore a Karlovy Vary nel 2016) a uscire direttamente in VOD poiché è disponibile dal 23 aprile su Vimeo in Ungheria e Romania.

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Aprendo con una citazione del romanzo Gel dell’austriaco Thomas Bernhard ("come se allora tutto fosse possibile: il brutto si avvicina al bello, e viceversa, lo spietato al debole"), Treasure City tesse la sua tela e mostra la sua esperienza cinematografica con alcuni blocchi di sequenze iniziali (da sei a otto minuti ciascuno) che si connetteranno in modo graduale e sottile alla trama (la sceneggiatura è scritta dal regista): una donna cerca di capire perché una ragazza continua a mentire durante una conversazione ravvicinata in un bar, una madre accompagnata dal suo bambino di dieci anni discute violentemente con un fioraio per un motivo banale, un marito e moglie litigano a tavola a proposito del loro figlio in crisi adolescenziale (e innamorato), un piccolo gruppo di attivisti conduce un'operazione contro un edificio governativo, con tanto di megafono ("siamo qui oggi perché il primo partito del paese smantella le nostre istituzioni legali... Mentre proclamate che state proteggendo il paese dal terrorismo, 2000 persone si sono suicidate l'anno scorso in questo miserabile paese: lei è il numero uno al mondo in questa faccenda, signor primo ministro, dovrebbe pensarci"), una piccola troupe di attori recita in un appartamento, un famoso regista viene poi a criticarli prima di provare a imbarcare della "carne fresca "(la bugiarda all'inizio del film). E come vago filo conduttore di questa matassa interconnessa in modo molto fluido ci sono le strade della città, un elegante bar quasi deserto e uno strano guidatore di bici ibride con capelli lunghi e occhiali scuri...

Interpretato in maniera eccellente da tutto il cast (Lilla Sárosdi, Magdó Pálfi, Domokos Szabó, Nóra Földeák, Abel Korokvay, Szabolcs Hajdu stesso, Orsolya Török-Illyés, Lujza Hajdu, Fanni Wrochna, Árpád Schilling, Wihlelm Buchmann e Bence Gelányi), Treasure City sfrutta al massimo la sua musica (firmata Freakin' Disco), la qualità della sua fotografia (Csaba Bántó) e la sua messa in scena, in modo da mantenere la sua promessa concettuale di un ritratto approfondito di una società profondamente lacerata. Molto ricco, il film che non cerca mai scorciatoie e non sempre emana allegria, non cade mai nell'oscurità assoluta e sa come rimbalzare sulla linea sottile dell'ironia dei drammi quotidiani. Un'arte molto raffinata dei mezzitoni che comunque la dice lunga sull'attuale clima in Ungheria.

Prodotto da Jim Stark, Szabolcs Hajdu e Orsolya Török-Illyés per Látókép-Production e Art-Játék Association, Treasure City è coprodotto da Filmtett (Romania), Bord Cadre Films (Svizzera) e Sovereign Films (Regno Unito).

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(Tradotto dal francese)

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