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ONE WORLD PRAGUE 2020

Recensione: Scars

di 

- E' un universo femminile quello che Agnieszka Zwiefka raffigura in questo ritratto delle donne appartenenti alle Tigri Tamil

Recensione: Scars

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, che era previsto avere la sua prima mondiale nel concorso internazionale del One World International Human Rights Documentary Film Festival, trasferitosi poi online, vede la regista polacca Agnieszka Zwiefka lasciare la sua zona – e il suo fuso orario – di comfort per dare un'occhiata alla realtà delle donne un tempo appartenenti alle Tigri Tamil in Sri Lanka, la maggior parte delle quali erano appena delle ragazze quando si unirono al gruppo. Sono tuttora costrette a stare lontano da occhi indiscreti, ma i loro corpi mutilati parlano da soli, tradendo un passato che, nell'attuale clima politico, può solo metterle nei guai.

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Eppure è un passato di cui vanno certamente orgogliose, in particolare Vetrichelvi, su cui Zwiefka si concentra. È determinata a continuare a scrivere delle loro esperienze o a lavorare per creare un rifugio per le donne sofferenti, un posto in cui possano "solo essere". Spesso mostrata mentre scoppia in una risata contagiosa, è una presenza accattivante, ma c'è un lato oscuro di questa solare e ambiziosa donna – come rivela la testimonianza di un'altra donna che è stata costretta a diventare soldato con la forza, così giovane al tempo da aver avuto il suo primo ciclo mestruale su un campo di battaglia. Era una delle tante che proprio Vetrichelvi ha “aiutato” ad arruolare.

Ma anche senza quel livello aggiuntivo, si tratta di una visione interessante della vita di una combattente una volta terminato il combattimento, che anela al riconoscimento che le è stato negato. O semplicemente a qualcuno che la ascolti, e qui arriva il colpo di scena: per molte di queste donne, i mesi o gli anni trascorsi con le Tigri sono stati il momento migliore della loro vita. Così buono, infatti, che una di loro non può fare a meno di desiderare che ritorni, anche (o soprattutto) se ciò significa abbandonare la propria famiglia. "Eravamo felici", dicono all’unisono, mentre siedono avvolte nei loro abiti fioriti, ricordando di quando andarono al centro di formazione con la stessa allegria con cui potrebbero ricordare una birichinata adolescenziale. E si dipingono le unghie a vicenda con lo stesso entusiasmo con cui elencano, in dettaglio, tutte le ferite subite dai loro corpi.

Zwiefka ha lo stesso dono di Kim Longinotto di far sembrare che, invece di intervistare le persone, stia lì seduta per terra accanto a loro, ascoltando mentre si aprono. Questo sicuramente funziona per questo film, costruito su storie condivise con donne, su altre donne. Potrà mancare la baldoria del suo precedente The Queen of Silence [+leggi anche:
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, con le sue esplosioni in sequenze musicali bollywoodiane, ma ricrea alcuni frammenti di ricordi con degli attori immersi in uno spazio nero, proprio come quello in cui Scarlett Johansson precipitava gli inconsapevoli scozzesi in Under the Skin [+leggi anche:
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. Dimostra che la guerra è orrore, questo è chiaro, ma può anche darti il controllo – qualcosa che probabilmente anche tutte le Rosie la Rivettatrice impiegate nelle fabbriche durante la Seconda guerra mondiale avranno sperimentato per un po’.

Scritto da Agnieszka Zwiefka, Scars è una coproduzione tedesco-polacca guidata da Stefan Kloos, di Kloos & Co Ost Ug, Michaela Pnacekova e Agnieszka Zwiefka, per Chilli Productions. Le vendite sono gestite da Rise and Shine World Sales.

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(Tradotto dall'inglese)

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