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CPH:DOX 2020

Recensione: The Fight for Greenland

di 

- Il film di Kenneth Sorento che doveva aprire il CPH:DOX, attualmente in corso online a causa della pandemia, dà un'occhiata più da vicino a ciò che potrebbe restituire alla Groenlandia la sua vecchia gloria

Recensione: The Fight for Greenland

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di Kenneth Sorento è stato presentato in anteprima nella competizione ufficiale del CPH:DOX. Il film esplora la situazione problematica attuale e il passato della Groenlandia, l'isola più grande del mondo, che è passata dall'essere percepita come una desolata terra innevata a un luogo che Donald Trump era disposto a comprare, facendo un ottimo lavoro nel mostrare vari punti di vista. Queste diverse prospettive sono rappresentate dai quattro protagonisti, giovani groenlandesi che cercano il cambiamento per il loro paese, anche se hanno idee molto diverse su come raggiungerlo.

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Sorento sembra determinato a mostrare una visione diversa di un luogo che, per molte persone, rimane un territorio mitico. Il film inizia con immagini di grandi lastre di ghiaccio che si rompono, accompagnate dalle note di un basso, che annunciano la comparsa del rapper locale Josef. I suoi versi parlano dell'eredità travagliata della Groenlandia e del suo legame con la Danimarca, dove "se non parli danese, non puoi avere un'istruzione" e dove la sua comunità è vista come un gruppo di "alcolisti inutili". In questo senso, l'attivismo di Josef ricorda il recente Mogul Mowgli [+leggi anche:
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, presentato all'ultima Berlinale, in cui anche il britannico Riz Ahmed esplorava sul palco le sue radici pakistane. Tuttavia, la musica lascia il posto ai giovani aspiranti politici, rendendo il film un'opera più informativa ma con un valore artistico inferiore.

Mentre assistiamo agli accesi dibattiti sull'indipendenza della Groenlandia e le sue conseguenze, nonché sui vantaggi di rimanere parte del Regno di Danimarca, The Fight for Greenland chiarisce una cosa: il paese ha bisogno di una rivoluzione. Oltre a onorare i loro antenati, facendosi tatuaggi tradizionali sul volto o promuovendo la lingua groenlandese, i protagonisti sono anche in grado di evidenziare i problemi che hanno. "C'è qualcosa di speciale nel popolo groenlandese", dice uno di loro, "ma è come se avessimo perso l'autostima". L'innata sensazione di inferiorità, rafforzata da anni di abuso e abbandono, è incredibilmente difficile da rimuovere.

Non sarà un compito facile, specialmente in una comunità così divisa, in cui la costante lotta tra il vecchio e il nuovo fornisce alle persone un'identità, ma a volte impedisce loro anche di andare avanti. Sfortunatamente, Sorento opta per il sentimentalismo, con una colonna sonora eccessivamente drammatica, e sembra perdersi durante i momenti di maggiore carica emotiva. Il messaggio del film, che sottolinea che le persone dovrebbero imparare ad aiutarsi a vicenda, non potrebbe essere più tempestivo in questi giorni di distanziamento sociale. È uno sforzo lodevole e rilevante, anche se a livello creativo, collegandosi in qualche modo con l'ambiente che rappresenta, ci lascia piuttosto freddi. Ironicamente, il film chiarisce anche che, in qualsiasi parte del mondo, le donne che aspirano a diventare politiche devono comunque apparire "più calde".

The Fight for Greenland è prodotto da Ulrik Gutkin per Copenhagen Film Company Short & Doc. Le sue vendite internazionali sono guidate da DR Sales.

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(Tradotto dall'inglese)

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