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LUSSEMBURGO 2020

Recensione: Tune into the Future

di 

- Questo affascinante documentario presentato al Luxembourg City Film Festival si concentra sul visionario Hugo Gernsback, l'uomo che gettò le basi della moderna fantascienza

Recensione: Tune into the Future

Progettista di mostre e workshop presso il Museo Nazionale di Storia Naturale di Lussemburgo, ma anche artista visivo, Éric Schockmel è affascinato dalle nuove tecnologie e dalla fantascienza. Lo dimostra la sua installazione video Macrostructure sviluppata nel 2014 nei sotterranei del Casino Forum di arte contemporanea di Lussemburgo, che ha conferito al giovane artista una certa reputazione. I suoi cortometraggi animati in 3D esplorano un mondo in cui macchine complesse creano strutture organiche che alla fine diventano autonome.

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Non sorprende quindi che l'universo di Éric Schockmel si sia ripetutamente confrontato con quello di Hugo Gernsback. Questo eccentrico editore lussemburghese, morto nel 1967 all'età di 83 anni, non è altro che l'inventore del termine "fantascienza" e rimane un'immensa fonte di ispirazione collettiva. Ora, un documentario racconta la sua vita: Tune into the Future [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
. Il film è stato proiettato di recente al Luxembourg City Film Festival.

Il film mette in luce quest'uomo dimenticato e spesso frainteso. Per Schockmel, Gernsback è un "personaggio affascinante che è riuscito a gettare ponti tra culture ed epoche, aprendo una finestra sul futuro".

Il compito si è rivelato presto arduo: la leggenda paradossalmente ha lasciato poche tracce sulla sua vita personale, pochi scritti autobiografici su cui fare affidamento per raccontare la sua storia atipica. In particolare con l'aiuto di Paul Lesch, direttore del Centro Nazionale dell’Audiovisivo e co-curatore nel 2010 della mostra Hugo Gernsback-An Amazing Story, Éric Schockmel ha svolto un lungo lavoro di ricerca per quasi sette anni. Negli Stati Uniti, dove Gernsback ha vissuto la maggior parte della sua vita, il regista ha incontrato i suoi discendenti e diversi accademici: ne risultatano delle interviste particolarmente affascinanti che punteggiano il documentario.

È così che prende forma l'eccezionale carriera di colui che fu inventore e che alla fine della sua vita detenne quasi 80 brevetti. La storia inizia dalla sua nativa Lussemburgo, dove nacque la sua passione per le invenzioni scientifiche, fino a New York, dove Hugo Gernsback si stabilì nel 1904 e pubblicò Modern Electrics, una delle prime riviste di divulgazione scientifica. Successivamente, dal 1920 al 1953, l'imprenditore pubblicò riviste sempre più creative, permettendo così a molti autori di fantascienza di muovere i loro primi passi pubblicando testi e illustrazioni sulle sue pubblicazioni Amazing Stories, Science Wonder Stories o ancora Superworld Comics.

Ma se l'uomo è anche considerato un pioniere dei social network, è perché ha creato e mantenuto per tre decenni un'immensa comunità di giovani aspiranti autori, incitandoli incessantemente a porsi domande sul mondo del futuro e a sviluppare nuove tecnologie.

In questo documentario entusiasta e colorato, l'immensa eredità di questo uomo visionario viene celebrata in particolare attraverso superbe sequenze animate. Si tratta delle opere dello Studio 352, dove la squadra di Stéphan Roelants e Fabien Renelli ha lavorato partendo dalle copertine delle vecchie riviste di Gernsback. Così, i pianeti che comparivano sulle copertine di Amazing Stories nel 1926 si animano. All'improvviso, quest'uomo dotato di una tuta che gli permette di volare (cosa che ha ispirato i creatori di Superman) prende vita e incontra altri personaggi provenienti dal folle universo di Hugo Gernsback.

Il risultato è una storia affascinante su un editore che, senza essere direttamente un romanziere come Jules Vernes o H. G. Wells, ha semplicemente gettato le basi della fantascienza moderna come un grande vettore di influenza culturale. Tanto che il documentario ci dice che un cratere sulla Luna ora porta il nome di Gernsback.

Giocoso e appassionante, Tune into the Future è prodotto da Bernard Michaux (Samsa Film), in associazione con Benoit Roland (Wrong Men).

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(Tradotto dal francese)

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