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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: Sono innamorato di Pippa Bacca

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- Nel suo emozionante documentario, Simone Manetti rievoca l’ultimo viaggio dell’artista milanese Pippa Bacca e, soprattutto, il suo potente messaggio di pace

Recensione: Sono innamorato di Pippa Bacca

Si parte dalla fine, nel bel documentario di Simone Manetti dedicato all’ultimo viaggio dell’artista Pippa Bacca, interrotto drammaticamente nel marzo del 2008. Da subito, i notiziari che aprono il film informano lo spettatore della scomparsa e del successivo ritrovamento di una donna, brutalmente assassinata in Turchia, con indosso un abito da sposa. Ma ciò che Sono innamorato di Pippa Bacca [+leggi anche:
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farà nei suoi successivi settanta minuti, è dimenticarsi di questo tragico epilogo per celebrare la vita e le opere di questa giovane artista milanese. In particolare, quella straordinaria performance intitolata “Spose in viaggio” con cui Pippa Bacca (al secolo Giuseppina Pasqualino di Marineo) volle portare un messaggio potentissimo di pace e di fiducia nei paesi afflitti dalla guerra, e durante la quale trovò invece la morte.

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Da Milano fino a Gerusalemme in autostop, attraversando 11 paesi teatro di conflitti armati, vestite da sposa. Questa era la missione di Pippa Bacca e della sua amica artista Silvia Moro. Il messaggio era quello di unire i popoli, celebrare la vita (ad ogni tappa Pippa incontrava delle ostetriche e lavava loro i piedi, in segno di riconoscenza per il loro ruolo di far nascere i bambini) e dimostrare che “a fidarsi delle persone, puoi ricevere solo del bene”. Simone Manetti, già autore di un altro bel ritratto di donna in Ciao amore, vado a combattere [+leggi anche:
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, assembla le immagini inedite tratte dalle videocamere delle due artiste durante il loro viaggio con le interviste da lui realizzate alle quattro sorelle e alla madre di Pippa. Un racconto tutto al femminile dove spicca l’eccentricità di una famiglia (le vacanze in furgone con la tenda montata sul tettuccio, i viaggi a piedi e in autostop, le cinque sorelle vestite tutte allo stesso modo “per tenerle meglio d’occhio”), un background da cui non poteva che scaturire una personalità altrettanto eccentrica – Pippa era oltretutto nipote di Piero Manzoni, famoso a livello internazionale per la sua celebre “Merda d’artista”.

Nel doc c’è anche la testimonianza della sua ex compagna d’avventura Silvia Moro. È lei a raccontarci la fatica, i timori e i primi dissidi che con il passare dei giorni cominciarono a emergere tra le due artiste, soprattutto in merito all’opportunità di scegliere o meno da chi accettare un passaggio in auto. Secondo Bacca, fare questa distinzione avrebbe snaturato il senso dell’intera performance. Le due amiche scoprono così di avere due visioni troppo diverse, e in Turchia separano le loro strade. Dopo poco, Pippa accetta il passaggio sbagliato e scompare. La performance è durata in tutto 23 giorni.

“Vinci se vivi. E Pippa è una vincente”, dice la madre dell’artista, ricordando con gioia il percorso di sua figlia, perché in fondo ha vissuto esattamente come credeva. Ma ognuno è libero di farsi la sua idea, il regista dal canto suo non giudica, e soprattutto evita qualsiasi morbosità relativa all’assassino di Pippa (che oggi sta scontando la sua pena), scegliendo di non dargli alcuno spazio. L’intento del film è quello di far rivivere questa storia per tenere vivo il suo messaggio. Il potere dell’arte è grande, e alla fine della proiezione siamo tutti un po’ innamorati di Pippa Bacca.

Sono innamorato di Pippa Bacca è una produzione Nacne, A+E Network in coproduzione con Filmoption International, Esplorare La Metropoli, Fiumifilm, ed è distribuito dal 5 marzo nelle sale italiane da Wanted Cinema. La distribuzione internazionale è affidata a Wide House.

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