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BERLINALE 2020 Perspektive Deutsches Kino

Recensione: Garage People

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- BERLINALE 2020: Vincitore del Premio Heiner Carow alla Berlinale, il primo lungometraggio documentario di Natalija Yefimkina esplora il fenomeno dei garage nel Nord della Russia

Recensione: Garage People

Il primo lungometraggio documentario della regista di Kiev residente a Berlino Natalija Yefimkina, Garage People [+leggi anche:
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, è stato presentato in anteprima mondiale nella sezione Perspektive Deutsches Kino della 70ma Berlinale, dove ha ricevuto il premio Heiner Carow per la promozione delle arti cinematografiche tedesche. Questo documentario in forma di mosaico esplora il fenomeno dei garage nel Nord della Russia.

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Completamente privo di esposizione, il film è ambientato nella penisola di Kola nella regione di Murmansk, oltre il circolo polare artico, come possiamo dedurre da un primo segmento in cui un appassionato di radio invia un messaggio nell’etere, citando la sua posizione. È seduto all'interno di una delle lunghe file di garage, fondamentalmente capanne di mattoni con tetti di lamiera, dove gli abitanti di questa regione mineraria, principalmente uomini, trovano un rifugio per indulgere nelle loro passioni e hobby, ma anche per i loro affari. Che lavorino nelle miniere o siano in pensione, vivono in condomini in città e trascorrono molto tempo in questi spazi privati, lontano dalle loro mogli, che, come vediamo in un paio di scene, sono i veri capifamiglia.

Yefimkina segue diversi protagonisti: Vitalik e Ilja K. sono amici trentenni che raccolgono, adattano e vendono rottami metallici; un vecchio signore chiamato Pavel scolpisce icone religiose in legno; un gruppo di gitani di mezza età allevano quaglie e polli; Sergei lotta contro l'avanzamento della sindrome di Parkinson, ma questo non gli impedisce di riparare ogni piccola cosa meccanica che qualcuno ha bisogno di riparare; il giovane Ilja L., insieme al suo amico (o fratello?) John, ha trasformato il suo garage in una sala prove per gruppi rock; e il più vecchio di tutti, Viktor, nel corso dei decenni ha costruito quattro piani nella sua capanna, tutto da solo, usando soltanto una pala e un secchio.

Gli uomini vivono e si comportano come noi, stereotipicamente, ci aspettiamo che facciano gli uomini russi, in una certa misura: bevono molto, citano la Bibbia e si imbarcano in lunghe conversazioni e, a volte, in lotte fisiche. Ma in questo documentario puramente osservativo, Yefimkina ha deciso, attraverso la selezione delle scene e il modo in cui sono messe insieme, di mostrare i loro lati più profondi e il fatto di avere speranze e sogni, specialmente quelli più giovani. Ad esempio, Vitalik e Ilja K. continuano a litigare, ma non possono davvero fare a meno l’uno dell’altro; la cantante di una band vuole aprire il proprio metal bar in Svezia e produrre birre con nomi heavy metal; e Ilja L. in realtà scrive poesie niente male.

In una delle scene, questa poesia, letta con la sua voce fuori campo, viene contrapposta a una breve sequenza della sua discesa in miniera. In un’altra, un sacerdote viene da Pavel per commissionargli un'icona (per la quale non dovrà necessariamente pagare) per la nuova chiesa che è in costruzione. Per i protagonisti, il "mondo reale" sembra essere situato da qualche parte ai margini dell'insediamento di garage, che non potrebbe esistere senza di esso, ma che sembra seguire le proprie regole.

Garage People è un documentario coinvolgente e vivace con una dose ben misurata di umorismo. Yefimkina si assicura che, nonostante il contesto sporco e industriale ricolmo di oggetti arrugginiti e tutti i tipi di spazzatura, e il magnifico ma aspro ambiente naturale, lo spettatore riesca a vedere gli eroi come uomini comuni con le proprie passioni e stranezze, con cui molti spettatori potranno facilmente relazionarsi.

Garage People è una produzione tedesca guidata dalla compagnia di Amburgo Tamtam Film, in coproduzione con MDR e ARTE; la berlinese Rise and Shine cura le vendite internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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