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BERLINALE 2020 Concorso

Recensione: Il male non esiste

di 

- BERLINALE 2020: Mohammad Rasoulof realizza un film significativo, e piuttosto lungo, sulla pena di morte

Recensione: Il male non esiste
Ehsan Mirhosseini in Il male non esiste

Mohammad Rasoulof, regista di A Man of Integrity, non ha potuto partecipare alla 70ma Berlinale per presentare il suo nuovo film, Il male non esiste [+leggi anche:
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scheda film
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, selezionato nella competizione principale, perché sta scontando una pena di un anno di reclusione, accusato di "fare propaganda". Il regista ha comunque fatto sentire la sua presenza nei quattro episodi distinti che compongono il suo film, riuniti da una semplice constatazione: se condanni a morte le persone, come in Iran, qualcuno dovrà pronunciare questa dura sentenza. Tra i soldati arruolati per svolgere questo compito, ci sono i "fortunati" che si abituano rapidamente, fanno il loro lavoro e si buttano tutto alle spalle, mentre altri fanno fatica in questa loro nuova posizione, perfettamente consapevoli che in questo regime un semplice "no" non è sufficiente.

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Rasoulof (che dimostra che cercare di mettere a tacere le persone può renderle più forti) sembra voler mostrare questa capacità umana unica di premere metaforicamente il grilletto e allo stesso tempo prendersi il tempo per salvare il gatto di uno sconosciuto, che miagola disperato in un parcheggio. Ma ciò che emerge è che l'omicidio, come la salvezza, è una questione individuale. Puoi inserirlo in una giornata piena di impegni, in cui guidi mentre ascolti tua moglie lamentarsi, ti tingi i capelli prima di una festa o pulisci l'appartamento della tua anziana madre – come il protagonista del primo episodio (Ehsan Mirhosseini), che dà il titolo al film. Ma qualcuno come il più nervoso Pouya (Kaveh Ahangar), nell'episodio intitolato She Said, “You Can Do It”, che ha appena iniziato il suo servizio militare obbligatorio di due anni, dovrà giocarsi tutto per mantenere la coscienza pulita o, almeno, scaricare il peso della responsabilità su un'altra persona, se possibile. Non che questo cambi molto, giacché la vittima morirà lo stesso.

Il film a volte è un po’ lento, e non tutte le rivelazioni sembrano veritiere (per essere un film basato sulla dura realtà, ci sono troppe coincidenze e le interpretazioni sono incoerenti). Queste belle storie, girate in varie regioni per ingannare le autorità, mostrano come la tenerezza sia costretta a convivere con il crescente senso di prigionia, poiché nessuno può sfuggire alle proprie decisioni – o non affrontarne le conseguenze, anche decenni dopo, nel bel mezzo del nulla, con la ragazza che non hanno mai conosciuto (interpretata dalla figlia del regista, Baran Rasoulof).

Ma fanno sicuramente del loro meglio, chiedendosi chi faccia davvero le leggi o mettendosi a cantare e ballare; poiché alla fine, tutto ciò che puoi fare è cantare a squarciagola "Bella Ciao", sperando che la prossima volta non sia tu a trovarti in quello stretto corridoio, guidato verso la tua morte prematura da qualcuno a cui hanno promesso tre giorni di riposo per il disturbo.

Il male non esiste è scritto, diretto e prodotto da Mohammad Rasoulof, Kaveh Farnam e Farzad Pak. È una coproduzione tedesco-ceco-iraniana guidata da Cosmopol Film, Europe Media Nest e Filminiran; le vendite internazionali sono curate da Films Boutique.

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(Tradotto dall'inglese)

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