email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2020 Generation

Recensione: Monty and the Street Party

di 

- BERLINALE 2020: I ragazzacci del fumetto danese Mikael Wulff e Anders Morgenthaler rivolgono le loro tipiche birichinate a un pubblico di famiglie, e non senza successo

Recensione: Monty and the Street Party

Dai danesi Mikael Wulff e Anders Morgenthaler, omonimi e creatori dell’anarchico fumetto Wulffmorgenthaler, arriva qualcosa di nuovo. Noti per avere oltrepassato, se non infranto, i limiti di tutto ciò che viene considerato di buon gusto, hanno adottato una nuova sensibilità, come dire… a prova di famiglie. Il fatto che il risultato, Monty and the Street Party [+leggi anche:
trailer
intervista: Mikael Wulff e Anders Morg…
scheda film
]
, sia stato premiato con una prima internazionale nella sezione Generation della Berlinale 2020 sembra in qualche modo suggerire il successo di tale operazione.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ciò non toglie che tanto i fan quanto i detrattori dell’universo “WuMo” riconosceranno immediatamente il loro personaggio tracagnotto, scorbutico, scaltro e strampalato, mentre si addentrano nel giardino di periferia abitato dal giovane protagonista, una canaglia di dieci anni dai capelli lilla e l’entusiasmo facile. Nel giro di pochi minuti ha già presentato la maggior parte dei suoi vicini di casa, tra cui gli Skovlykkes e i loro assurdi cinque gemelli tutti di nome Allan, le due signore con un incalcolabile numero di gatti, l’ignoto svitato da Nakskov al numero 13, l’autoproclamato guardiano del quartiere nascosto dietro la siepe, Leon (“Mia mamma dice che è un guardone pervertito”), la famiglia che sta affrontando la terapia dell’urlo, quella di probabili alieni, una coppia di neonazisti in un seminterrato, due suore barbute sui trampoli e parecchi nudisti che fanno parkour. “Benvenuti e buona giornata a voi”, ci accoglie un Monty esaltato.

Quanto ai genitori, il padre di Monty è un figlio dei fiori mite e un po’ ingenuo che ama strimpellare la sua chitarra (in modo davvero pietoso), mentre sua madre si sforza di essere quella che porta i pantaloni dentro casa. In realtà, a quanto si scopre, sta per abbandonare la nave in compagnia del suo amante, un istruttore di CrossFit. Monty, investito di nuove energie dalla rabbia che gli scatena la situazione, elabora un piano. In occasione dell’annuale festa del quartiere metterà su un “concerto d’amore”, il cui pezzo forte sarà la bellissima canzone che suo padre canterà a sua madre e, voilà, problema risolto. Tanto per cominciare, ci sono alcuni aspetti pratici di cui occuparsi, per non parlare degli ostacoli da superare, ma con l’aiuto di vecchi e nuovi amici (lo svitato di Naskov si scopre essere un asso) tutto sembra andare per il verso giusto…

Al di là di un’animazione 3D di ispirazione Pixar e del suo protagonista in stile SpongeBob, Monty and the Street Party conserva un tono tutto scandinavo. In Monty riconosciamo un complice dei giorni nostri di Alfie Atkins, Madicken e tanti altri piccoli eroi ed eroine del Nord impegnati ad affrontare le grandi e piccole sfide del mondo senza mai tralasciare di divertirsi, strada facendo. E vedendo come i suoi genitori comincino almeno a seguire una terapia di coppia, si finisce per sperare che le peripezie della famiglia di Monty continuino nei prossimi anni. Per quanto riguarda il talento musicale del padre… basti dire che l’accattivante colonna sonora boogie/funky/disco firmata da Yves Gourmeur rimarrà a lungo tra le nostre preferite.

Monty and the Street Party è stato prodotto dalle danesi New Creations e Zentropa Entertainments, le belghe Caviar Films e Zentropa Belgium, e Zentropa International Sweden. Le vendite sono curate da TrustNordisk.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Michela Roasio)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy